CONSERVAZIONE DI ANTICHE VARIETÀ DI CEREALI
L’attività di conservazione delle antiche varietà di cereali prende in considerazione quelle risorse genetiche di origine autoctona per il Veneto e abbandonate negli attuali sistemi produttivi.
Una moderna e sostenibile strategia di salvaguardia delle Risorse Genetiche Agrarie parte, innanzitutto, dalla definizione precisa degli obiettivi di conservazione.
Nei nostri ambienti, la sostituzione graduale delle vecchie varietà e popolazioni di mais, frumento e orzo, con nuove costituzioni via via più produttive, ha di fatto provocato una “semplificazione” ed una erosione genetica, che ha ristretto la variabilità all’interno delle tre specie.
A partire dal 2000 la Regione Veneto, ha assegnato all’Istituto ‘N. Strampelli’, in collaborazione con Veneto Agricoltura, un progetto di ricerca rivolto al Recupero e alla valorizzazione delle antiche varietà di cereali del Veneto.
Attraverso tale progetto si è arrivati ad una precisa caratterizzazione e ad una corretta conservazione delle risorse genetiche legate al frumento, al mais e all’orzo esistenti nel territorio.
In relazione alle particolarità che ogni varietà presenta ed alla situazione di un esiguo, a volte nullo, numero di coltivatori, si rende necessaria, inizialmente, la conservazione ex situ e quando possibile in situ delle accessioni e varietà raccolte e classificate fino ad ora.
In seguito si prevede l’iscrizione delle stesse presso il registro nazionale delle varietà da conservazione di specie agrarie. Successivamente all’iscrizione al registro è possibile puntare verso lo sviluppo economico e il consolidamento di filiere agro alimentari legate a varietà locali di sicuro interesse, salvaguardando al tempo stesso la biodiversità delle diverse specie.
L’attività di conservazione delle antiche varietà di cereali coinvolge accessioni di mais e di cereali autunno vernini e si svolge presso 8 centri di conservazione:
- Veneto Agricoltura – Aziende pilota e dimostrativa “Sasse Rami” Ceregnano (RO);
- Provincia di Vicenza con l’Istituto di Genetica e Sperimentazione Agraria “N. Strampelli” di Lonigo (VI);
- Istituto Agrario “A. Della Lucia” di Feltre (BL);
- Istituto Agrario “Duca degli Abruzzi” di Padova;
- Istituto Agrario “Domenico Sartor” di Castelfranco Veneto (TV);
- Istituto Agrario “Stefani-Bentegodi” di Buttapietra (VR);
- Istituto Agrario “Alberto Parolini” di Bassano del Grappa (VI);
- Istituto Agrario “Viola Marchesini” di Sant’Apollinare (RO).
I centri di conservazione sono visitabili, soprattutto dai coltivatori e tecnici interessati, anche al fine di acquisire le modalità di conservazione e moltiplicazione delle accessioni tipiche venete.
Le accessioni e varietà iscritte al registro nazionale delle varietà da conservazione di specie agrarie, sono rese disponibili, con le modalità dettagliate dal medesimo registro, nel territorio al fine di incrementare le superfici coltivate, stimolando al contempo la creazione di reti locali di coltivatori custodi in grado di rendere complementari le diverse modalità di conservazione in situ ed ex situ.
L’attività di conservazione si sviluppa attraverso due diverse fasi: la prima di coltivazione delle diverse accessioni al fine di moltiplicare il seme disponibile e una seconda fase di conservazione a medio termine in cella climatica a 4 °C e 40% umidità relativa. Tale modalità di conservazione garantisce per le specie di cereali presenti una conservabilità dei materiali di circa 10 anni.
La fase di moltiplicazione del seme è realizzata in campo attraverso la coltivazione delle diverse accessioni e la raccolta, pulizia e condizionamento del seme al fine di garantire una adeguata sanità e germinabilità dello stesso.
La fase di coltivazione è differenziata in funzione delle diverse specie.
Le diverse modalità di moltiplicazione prevedono quindi l’allestimento di parcelle di moltiplicazione aventi diverse misure.
Frumento:
- a) parcella elementare di circa 1,6 m2 composta da n. 2 file di lunghezza pari a 3,5 m per l’ottenimento del seme di conservazione;
- b) parcella 1 standard di circa 10 m2 per attività di prima moltiplicazione;
- c) parcella 2 di grandi dimensioni pari a circa 200 m2 per la diffusione presso Enti e aziende agricole.
Mais:
- a) parcella di circa 80 m2 per attività di moltiplicazione.
Attività presso i centri di conservazione cereali
Presso i centri di conservazione cereali sono adottate tutte quelle strategie utili per realizzare la conservazione in purezza delle varietà locali e di conseguenza sono garantite le seguenti caratteristiche:
– adeguato isolamento delle parcelle in base alle modalità di moltiplicazione delle diverse specie;
– adeguate attrezzature per la coltivazione, la raccolta, la pulizia e il condizionamento del seme;
– adeguate strutture per il mantenimento del seme prodotto;
– un piano di moltiplicazione delle varietà conservate;
– il rispettare le regole sulla condizionalità.
Cereali autunno-vernini
La conservazione dei cereali autunno-vernini viene realizzata attraverso tre fasi distinte. La prima fase prevede la costituzione di parcelle elementari realizzata solo dall’Istituto Strampelli di Lonigo che ha anche funzione di “banca del germoplasma”. Seguono poi altre due parcelle una di piccole dimensioni (parcella 1 standard) con lo scopo di prima moltiplicazione ed una di grandi dimensioni (parcella 2) con lo scopo di ottenere materiale per la diffusione sul territorio.
Parcella elementare
Al fine della moltiplicazione del seme si ritiene sufficiente l’allestimento di una parcella per accessione conservata presso la banca del germoplasma. La parcella elementare ha una dimensione di 1,6 m2. Tralasciando le operazioni standard di preparazione del terreno e colturali, il seme conservato in cella climatica viene preparato in bustine di peso differenziato in base alla tipologia del seme e utilizzate in base ad uno schema precedentemente preparato per allestire il campo di conservazione.
La semina viene effettuata a mano, disponendo il seme in solchi ed a distanza standard sulla fila. Successivamente oltre alle operazioni colturali ordinarie (diserbo / scerbatura manuale, concimazione, realizzazione vialetti di separazione, etc.) nella fase successiva alla spigatura si procede ad una epurazione manuale volta ad eliminare i “fuori tipo” o le piante non in condizioni sanitarie ottimali.
Tale operazione viene effettuata più volte fi no alla raccolta, al fine dell’ottenimento di un seme di elevata purezza, germinabilità e sanità.
Successivamente le spighe vengono raccolte manualmente procedendo ad un rilievo circa la uniformità del materiale e sgranate utilizzando una trebbia manuale autopulente da laboratorio. Il seme viene vagliato e pulito al fine di eliminare le impurità ed eventualmente i semi estranei presenti. Successivamente il seme viene essiccato e preparato per la conservazione. Viene inoltre determinato il peso ottenuto ed aggiornato il database relativo al materiale e alle quantità conservate.
Parcelle di moltiplicazione
Per disporre di un quantitativo ulteriore di seme per la diffusione presso Enti e aziende agricole, si provvede alla realizzazione di una parcella standard di prima moltiplicazione di circa 10 m2 e di una parcella di grandi dimensioni con superfici in genere pari a circa 200 m2, per accessione.
Per la Parcella 1 standard (10 m2) le fasi previste ricalcano per gli aspetti generali le operazioni descritte nella parcella elementare differenziandosi, oltre che per le dimensioni delle parcelle di conservazione, anche per le modalità con cui viene effettuata la semina e la raccolta del seme. Tali attività vengono svolte utilizzando attrezzature sperimentali specifi che (seminatrice e mietitrebbia parcellare) appositamente predisposte per la semina e la raccolta di piccole superfici. In questo caso le fasi di pulizia e preparazione del seme per la conservazione rivestono particolare importanza al fi ne dell’eliminazione dei corpi e semi estranei a causa dell’impossibilità di operare una selezione durante la fase di raccolta. Come per la precedente modalità di moltiplicazione, l’attività di pulizia viene svolta manualmente utilizzando vagli di diverso calibro a seconda della tipologia del seme.
In base alle modalità di conservazione attuate presso il centro di conservazione il seme ottenuto da tale parcella, viene utilizzato per la semina della parcella 2 di grandi dimensioni (200 m2).
Le diverse attività riprendono le modalità descritte per la realizzazione della parcella 1 standard utilizzando le medesime attrezzature. Durante tale attività viene posta particolare attenzione alla epurazione dei fuori tipo e alla pulizia del seme ottenuto dalla raccolta utilizzando la mietitrebbia parcellare.
A differenza della parcella standard, vengono inoltre raccolte manualmente circa 600 spighe identificate in base alle caratteristiche varietali e che serviranno a costituire il seme da destinare successivamente alla parcella standard. La dimensione ampia del campione è finalizzata a garantire in particolare per le popolazioni a larga base genetica non oggetto di miglioramento, il mantenimento di una seppur minima variabilità.
Le diverse spighe vengono ulteriormente selezionate e sgranate utilizzando una trebbia da laboratorio autopulente.
A questa operazione segue quella di pulizia ed eliminazione dei semi e/o corpi estranei.
Mais
Per quanto riguarda il mais, essendo questa specie allogama, le attività di moltiplicazione risultano essere più complesse rispetto a quelle realizzate per le specie autogame come nel caso del frumento e delle altre specie appartenenti al genere Triticum spp. In particolare in questo caso è necessario garantire il mantenimento di una base genetica il più rappresentativa possibile della popolazione iniziale.
A tal fine è necessario garantire in fase di fioritura la presenza di circa 400 piante disposte in n. 4 file in una parcella di circa 80 m2.
Al fine della moltiplicazione del seme si ritiene sufficiente l’allestimento di una parcella per accessione conservata presso la banca del germoplasma.
Le modalità di coltivazione, tralasciando le operazioni standard di preparazione del terreno e pratiche colturali (preparazione terreno, diserbo, sarchiatura, etc.) sono così di seguito riassunte.
Il seme conservato in cella climatica viene preparato in microlotti di peso differenziato in relazione alle dimensioni del seme contenuti in bustine identificate in base ad uno schema precedentemente preparato necessario per allestire il campo di conservazione.
Successivamente alla semina, effettuata utilizzando una seminatrice pneumatica parcellare, le piantine in una fase precoce di sviluppo vengono diradate per arrivare ad un investimento ottimale, eliminando eventuali piante in condizioni sanitarie non soddisfacenti (presenza virosi, con sviluppo stentato, etc.). In fase di prefioritura l’infiorescenza femminile di ogni singola pianta viene protetta dalla fecondazione incontrollata, utilizzando dei sacchetti isolatori di piccole dimensioni. Al momento dell’inizio della apertura delle antere e della fuoriuscita del polline dall’infiorescenza maschile, questa viene protetta utilizzando un sacchetto isolatore di carta di dimensioni più grandi rispetto al precedente e necessario a raccogliere il polline prodotto dalla pianta. Questo viene utilizzato, miscelando il polline prodotto da altre piante appartenenti alla medesima popolazione, per la fecondazione dell’infiorescenza femminile di più piante. L’obiettivo di questa operazione è l’ottenimento di una miscela di polline ottenuta da piante diverse che verrà utilizzato per la fecondazione di più infiorescenze femminili.
Successivamente durante la raccolta viene effettuata una selezione delle spighe in base alle caratteristiche varietali, procedendo alla loro sgranatura ed essiccazione e pulizia del seme in particolare per quanto riguarda la presenza di malattie fungine in grado di comprometterne la germinabilità.
Al fine di garantire una corretta rappresentatività dei diversi individui è necessario inoltre “bilanciare” il campione di conservazione, utilizzando il medesimo numero di semi proveniente dalle diverse spighe.
Alla fine viene determinato il peso ottenuto da ogni singola parcella ed aggiornato il database relativo al materiale e alle quantità conservate.
Per disporre di un quantitativo ulteriore di seme per la diffusione presso Enti e aziende agricole, deve essere garantito un isolamento spaziale da altre coltivazioni di mais pari ad almeno 200 metri, garantendo al contempo una adeguata superficie (pari a 1000 m2) e relativa fascia di rispetto.
Nell’autunno del 2017 i partner di progetto hanno iniziato la moltiplicazione delle diverse accessioni di cereali autunno vernini. La moltiplicazione delle accessioni di mais partirà dalla primavera 2018. Per tutte queste accessioni (cereali autunni vernini e mais: vedi tabelle) i partner avvieranno le procedure di iscrizione al registro
delle varietà da conservazione e quando il materiale genetico di propagazione sarà disponibile verrà distribuito prioritariamente alle “Comunità del cibo” e poi ad agricoltori/coltivatori custodi del Veneto.
PROGRAMMA BIONET 2017-2022
Elenco generale accessione di cereali in conservazione
Mais
Pignoletto d’oro
Nostrano dell’Isola
Cinquantino locale della pianura
Cinquantino S. Fermo
Cinquantino rosso
Biancoperla
Righetta del Piave
Sponcio
Cinquantino della Castellana
Biancoperla
Cereali autunno-vernini
Brenellano
Guà 113
Terminillo
Ardito
Autonomia B
Abbondanza
Leone
Farro aristato Paganuzzi
Canove
Piave
Gentil rosso 48
Triticum spelta
Orzo agordino
Mentana
Grano del miracolo
Sabina
Giuliari
Triticum monococcum Haermanni
Canove
Piave
Cologna 12
Libellula
Lontra