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RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Nei precedenti Bollettini sono state descritte le strategie preventive su base prevalentemente agronomica, per ridurre drasticamente il rischio di danno dalle principali avversità del mais (nottue, virus, uccelli, diabrotica) nelle prime fasi di sviluppo senza l’utilizzo di fitofarmaci chimici di sintesi. Per prendere la decisione su eventuali trattamenti al fine di proteggere il mais nelle prime fasi di sviluppo, resta quindi da valutare il rischio di danno dagli altri fitofagi del terreno, in particolare gli elateridi.
LA DIFESA INTEGRATA DAI FITOFAGI TERRICOLI (ELATERIDI)
(A) INDIVIDUAZIONE AREE CON POPOLAZIONI SOPRA E SOTTO LA SOGLIA DI DANNO: VALUTAZIONE RISCHIO, MONITORAGGIO, CONFRONTO CON LE SOGLIE DI DANNO Nelle prime fasi di sviluppo del mais, ove si manifestano danni ai semi e alle piantine, normalmente fino alle 8 foglie, gli attacchi sono principalmente causati dagli elateridi, con la prevalenza delle specie Agriotes sordidus e A. brevis, e più limitatamente A. ustulatus e A. litigiosus; il danno da altri fitofagi ipogei, invece è occasionale e solitamente trascurabile e (talora significativo quello delle nottue, il cui danno è distinguibile da quello di elateridi anche dai sintomi*- si veda BCE 8/2024) .
Le larve di elateridi, chiamate comunemente “ferretti” (VEDI foto ) per il loro colore rugginoso, vivono nel terreno e si nutrono degli organi sotterranei delle piante. Nel caso del mais, possono danneggiare i semi in germinazione o la piantina, prima dell’emergenza o nelle prime fasi di sviluppo. Nei limitati casi di forte attacco, si possono avere fallanze estese, spesso a zone, in relazione alla densità di larve presenti nel terreno. Alcuni fattori aumentano il rischio di avere densità di elateridi elevate.
Valutazione dei fattori di rischio Le condizioni favorevoli per il verificarsi di danni da elateridi sono: a – un elevato contenuto di sostanza organica (>5%), come si può riscontrare nei terreni torbosi; b – la semina del mais dopo la rottura di prati, medicai o incolti (se l’aratura precede la semina di qualche mese, in autunno-inverno); c – mais in avvicendamenti colturali che prevedano una copertura continua del suolo per la presenza di prati (ad esempio medicai o prati di graminacee in precessione) e doppie colture (ad es. loiessa-mais, colza-sorgo, colza-soia, frumento-soia, loiessa-mais); si stima tuttavia che, anche in queste condizioni, nella maggior parte della superficie a mais le popolazioni restino sotto la soglia di danno; la prevenzione consiste nel collocare le colture suscettibili lontane dalle precessioni a maggior rischio, e subito dopo quelle a minor rischio (ad es. dopo cover biocida, Crotalaria, leguminose annuali, segale, ); d – danni significativi da elateridi verificatisi nell’appezzamento nel recente passato; e – scarso drenaggio e avvallamenti (ad es. terreni sistemati a cavino) che determinano ristagno idrico o condizioni di umidità in superficie per tempi prolungati; f – presenza elevata di aree incolte/inerbite attorno all’appezzamento considerato o di colture come descritto ai punti b e c; tali condizioni aumentano la presenza degli adulti e quindi il potenziale delle ovideposizioni; g – il superamento delle soglie di rischio rilevate con le TRAPPOLE YATLORf-Yf sulla base delle seguenti modalità di monitoraggio:
MONITORAGGIO ADULTI E LARVE
La densità degli adulti e quindi anche il rischio di ovideposizioni può essere ben valutato con l’uso di trappole a feromoni sessuali (VEDI Articolo Scientific Report) per cui sono stati individuati dei valori di cattura stagionali oltre i quali il rischio di avere popolazioni di larve sopra la soglia di danno aumenta (VEDI Percorso decisionale). Per valutare se questo si è verificato si può procedere al monitoraggio delle larve. Le diverse condizioni favorevoli sopra descritte, singolarmente o in combinazione, determinano maggiori ovideposizioni e/o una maggiore sopravvivenza delle larve.
Mettendo insieme valutazione dei fattori di rischio (vedi sopra) dei fattori di rischio ed eventuali dati delle trappole Yf, si procederà quando necessario alla posa delle trappole per larve seguendo la SINTESI DEL PERCORSO DECISIONALE
Nel caso si accerti il superamento della soglia, in base ai principi della Difesa Integrata, in primo luogo si deve valutare la possibilità di applicare soluzioni “non chimiche”:
Il rischio di riduzione della produzione è basso, per quanto si possano osservare anche visibili danni alle piante. Fino ad un 20% di danno su piante attaccate da elateridi la probabilità che si determini una riduzione di produzione di mais (granella o foraggio) è molto bassa (Furlan et al., 2017). Tale probabilità aumenta progressivamente al superamento di tale soglia: tra il 20 e il 30% resta ampiamente più probabile che non ci siano perdite di produzione, mentre oltre il 30% di piante danneggiate la probabilità di una riduzione di produzione diviene chiaramente più alta dell’assenza di effetti produttivi. Di conseguenza, riduzioni importanti di produzione si verificano solo a seguito di livelli di danno alle piante consistenti. Ciò significa che si possono vedere danni evidenti alle piante senza un effettivo danno economico per la riduzione di produzione. Pertanto i rischi nell’applicazione della difesa integrata possono trovare efficace copertura assicurativa, a partire dai Fondi Mutualistici, adatti ai rischi con bassa incidenza Tale copertura può risarcire danni accertati su superfici a mais anche ove siano stati utilizzati fitofarmaci che non abbiano funzionato, a seguito dell’accertamento di popolazioni sopra la soglia di danno (vedi Condifesa).
L’utilizzo di insetticidi come concianti in modo profilattico ed indiscriminato, quale forma assicurativa impropria, oltre che costituire palese violazione della normativa vigente, appare priva di alcun significato tecnico ed economico. Ove le popolazioni sono sotto la soglia di danno (la maggior parte degli appezzamenti osservati), il rischio di riduzione della produzione da danni da elateridi è basso e non sono giustificati trattamenti. Nei casi minoritari di popolazioni sopra la soglia di danno i due trattamenti insetticidi (Force 20 CS® / Teflutrin e LUMIPOSA®/ Cyantraniliprole) utilizzabili per la concia del seme, non hanno determinato una consistente riduzione del danno (solo di pochi punti percentuali, rimanendo su valori ampiamente sopra la soglia del 20%) rispetto al non trattato, ma soprattutto non hanno in nessun caso consentito un aumento di produzione significativo rispetto al testimone non trattato. Ad accertato superamento delle soglie di danno, l’utilizzo di insetticidi microgranulari può contenere apprezzabilmente il danno alle piante sotto la soglia del 20%, ma non sempre. L’aggiornamento della statistica indica che i casi di insuccesso (nessuna differenza in termini di investimento e/o produttivi rispetto al testimone non trattato), utilizzando i geodisinfestanti attualmente disponibili, continuano a superare di qualche misura il 50%.
OBIETTIVO < 5% L’applicazione della DI dagli elateridi sopra descritta porta a un target, in media, di meno del 5% di superficie coltivata a mais trattata con insetticidi chimici di sintesi (geodisinfestanti e/o concianti del seme).
Tale target potrà variare nel tempo in funzione dei possibili EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO e dell’incidenza dei fattori di rischio. ______________________________________
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