PAC dopo il 2013 – Le posizioni degli Stati membri
Veneto Agricoltura 21/05/2010 Temi
Austria
L’Austria si dichiara contraria ad una riforma della Politica Agricola Comune per il periodo 2014-2020, preferendo il sistema attuale. Lo Stato austriaco si oppone alla rinazionalizzazione della politica agricola e alla completa liberalizzazione del mercato, in particolare chiede il mantenimento del I Pilastro, ritenendolo un fondamentale supporto per gli agricoltori e per la stabilità dei mercati. La priorità principale del Governo è di proteggere la struttura agricola del Paese, costituita da piccoli proprietari agricoli, molti dei quali situati in zone montane e svantaggiate. Queste realtà sono importanti per mantenere un’agricoltura sostenibile e multifunzionale. L’obiettivo della politica agricola austriaca è quindi quello di assicurare la competitività per i prodotti di alta qualità, la protezione dell’ambiente e il mantenimento della cultura del paesaggio, fondamentale per il settore turistico.
Danimarca
Il Governo danese ritiene che gli aiuti all’agricoltura del I Pilastro della PAC dovrebbero essere aboliti entro il 2025. Quest’opinione è diffusa tra la maggioranza dei membri del Parlamento, le associazioni agricole e le associazioni ambientaliste.
Il Governo ritiene che la Politica Agricola Comune debba essere mantenuta per prevenire le distorsioni del mercato ed evitare la rinazionalizzazione degli aiuti, che potrebbe seguire all’abolizione del meccanismo attualmente in vigore. La PAC dovrebbe inoltre servire per finanziare la ricerca e l’innovazione al fine di aumentare la competitività in agricoltura. Il sistema di supporto al settore dovrebbe essere finalizzato alla produzione di beni pubblici agrari quali quelli prodotti da aziende agricole sostenibili, la conservazione del paesaggio, il benessere degli animali e la sicurezza alimentare.
Finlandia
Il governo finlandese ha optato per una posizione conservatrice in merito alla questione della riforma della PAC, ha più volte evidenziato che un continuo ed adeguato supporto all’agricoltura è necessario per perseguire uno dei principi chiave dell’Unione Europea, ovvero che l’agricoltura può e dovrebbe essere praticata in tutte le aree dell’UE. L’unico aspetto che a parere del Governo potrebbe essere messo in discussione per una riforma è un nuovo calcolo sui sussidi forfetari per una più equa distribuzione dei fondi.
La posizione finlandese sostanzialmente sembra essere votata ad un protezionismo interno, probabilmente dovuta ai seguenti fattori: l’handicap naturale legato alle caratteristiche climatiche e topologiche dell’area e la bassa densità della popolazione che rendono la produzione agricola poco competitiva.
Francia
Il Governo francese ritiene che in un contesto mutevole e instabile sia necessario un rafforzamento della PAC per il futuro. La Francia sostiene che la PAC dopo 2013 debba essere rilegittimata e che la sua forma generale a livello UE (pagamenti diretti e interventi nel mercato per il I Pilastro; misure per lo sviluppo rurale nel II Pilastro) vada mantenuta. Non propone inoltre modifiche radicali al budget e ai fondi.
Il Governo ha identificato quattro obiettivi per il futuro della Politica Agricola Comune dopo il 2013: sicurezza alimentare; contribuire alla sicurezza alimentare globale; preservare l’equilibrio della zone rurali; contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici.
Germania
Il Governo tedesco ha asserito che l’affidabilità è il principio più importante da applicare al dibattito sul futuro della Politica Agricola Comune.
Il governo tedesco intende evitare la riduzione dei pagamenti diretti e propone di evitare qualsiasi cambiamento nello schema di redistribuzione dei fondi PAC.
Per la politica agricola europea dopo il 2013 è opportuno che vengano eliminati alcuni elementi quali il supporto dei prezzi, mentre le quote di produzione dovranno sicuramente essere riviste. Alcuni strumenti vanno invece adattati alle nuove condizioni come la crescente domanda globale di prodotti agricoli. Il nuovo disegno della politica agricola dovrà considerare anche i risultati del fiorente dibattito sulla giustificazione dell’intervento pubblico in agricoltura.
Grecia
Il Governo greco ritiene che l’agricoltura europea debba esercitare un ruolo multifunzionale. In Grecia l’agricoltura svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo sostenibile delle aree rurali e per la loro sopravvivenza sociale, economica e ambientale.
Secondo il governo ellenico il settore agricolo, specialmente quello a livello familiare, è da ritenersi un servizio pubblico e che la Politica Agricola Comune dovrebbe considerare l’agricoltura e i suoi operatori come risorse pubbliche. La nuova politica agricola europea deve poter garantire un equo introito e condizioni di vita sufficienti ai piccoli agricoltori, considerando i costi e i livelli di produzione e di importazione.
Oltre a svolgere un ruolo di stabilità socio- economica e di rallentamento dello spopolamento delle aree rurali, l’agricoltura è importante anche per la sicurezza alimentare, la protezione dei consumatori, la salvaguardia della struttura agricola europea, l’ampliamento dei flussi commerciali, la protezione ambientale.
La Grecia ritiene quindi che l’UE debba elaborare una politica che assicuri stabilità e sicurezza per gli agricoltori e che, per rispondere ai suoi obiettivi e priorità, necessiti di adeguate risorse finanziarie.
Italia
No a Piani di Sviluppo Rurale (PSR) divisi per Regione, bensì introduzione di un piano finanziario unitario per ciascun Stato membro allo scopo di consentire che le risorse non spese possano tornare allo Stato centrale e non a Bruxelles. Per maggiori informazioni: clicca qui
Polonia
Secondo il Governo polacco la politica agricola europea necessita di un carattere comunitario, che riesca a guidare sia i nuovi obiettivi che quelli tradizionali. La Polonia supporta un grosso rinnovamento della PAC, con un rafforzamento del II Pilastro e il pieno disaccoppiamento allo scopo mantenere un adeguato controllo dei mercati.
Il Governo greco si trova pienamente concorde con l’inserimento delle “nuove sfide” (cambiamento climatico, tutela della biodiversità, gestione delle risorse idriche e energie rinnovabili) nella PAC, ma si oppone all’innalzamento dei tassi di modulazione per incrementare il II Pilastro. Infatti, è opinione diffusa in Polonia che vi sia già un buon equilibrio fra i due pilastri e che serva solo un leggero incremento del secondo.
Il Governo ritiene che alcuni elementi della PAC debbano proseguire anche in futuro. Si tratta: dell’organizzazione di un mercato comune che agisca come un’effettiva rete di protezione; del sistema dei pagamenti diretti conformato secondo le nuove aspettative di agricoltori e società; di una politica rurale per migliorare la competitività, bilanciata con gli obiettivi ambientali posti dalle “nuove sfide”.
Repubblica Ceca
La Repubblica Ceca ritiene che in futuro la spesa per la PAC dovrà esser diminuita, in particolare quella del I Pilastro che dovrebbe essere comunque mantenuto e non eliminato. L’attenzione dovrà focalizzarsi sul II Pilastro in maniera che il settore agricolo possa contribuire all’obiettivo UE di aumentare la competitività. Inoltre è necessaria una politica per i beni pubblici agrari (esternalità) le nuove sfide (cambiamento climatico, tutela della biodiversità, gestione delle risorse idriche e energie rinnovabili).
Nel prossimo futuro una riforma della PAC dovrebbe essere attuata per garantire un equo trattamento di tutti gli agricoltori europei.
Spagna
Il Governo spagnolo ritiene che l’obiettivo della sicurezza alimentare debba restare una priorità anche nella PAC futura, oltre ai nuovi valori sociali e ambientali quali la conservazione del paesaggio, la tutela ambientale e della biodiversità, la sostenibilità e la sicurezza dei prodotti.
Gli obiettivi della PAC dopo il 2013 dovranno essere: garantire la sicurezza alimentare nell’UE; contribuire ad un equilibrata fornitura alimentare a livello globale; mantenere la coesione territoriale nelle aree rurali; tutelare l’ambiente; partecipare alla lotta contro il cambiamento climatico.
Per garantire la crescita di un’agricoltura competitiva e sostenibile è dunque necessario che permangano entrambi i Pilastri, poiché il secondo da solo non è certamente in grado di garantire gli obiettivi indicati. Sicuramente è necessaria una maggior flessibilità nell’utilizzo del I Pilastro.
Il rafforzamento del II Pilastro non dovrà comunque sottrarre risorse al I.
Il mantenimento dell’attuale struttura della PAC è necessario per prevenire le crisi dei mercati, i rischi climatici e sanitari.
Inoltre sarà necessaria la legittimazione dei fondi PAC agli occhi dell’opinione pubblica e del WTO. La PAC dovrà anche mantenere il suo impegno in tema di solidarietà internazionale attraverso specifici programmi di sviluppo a favore dei Paesi in via di sviluppo.
Svezia
La posizione del Governo svedese per la Riforma della PAC risulta alquanto radicale nel panorama europeo: deregolamentazione, graduale eliminazione degli aiuti alle singole aziende agricole, ricompensa alla forniture di beni pubblici.
Di conseguenza il governo si è mostrato favorevole al disaccoppiamento, all’abolizione della messa a riposo obbligatoria dei terreni, all’armonizzazione dei sistemi di pagamento nazionale.
La posizione svedese prevede la liberalizzazione dei mercati, con l’abolizione dei sussidi all’esportazione. Riforme di transizione dovrebbero invece essere mirate a questioni quali il benessere degli animali, la sicurezza alimentare e metodi di coltivazione sostenibili. Il supporto alla produzione di beni pubblici agrari dovrebbe rimanere un obiettivo UE.
La Svezia è favorevole alla modulazione, alla riduzione del I Pilastro e, quindi, all’aumento della spesa per il II. Lo strumento della modulazione deve essere perfezionato perché non è trasparente e i criteri di distribuzione dovrebbero includere l’intera popolazione rurale e non solo quella del settore agricolo.
Veneto Agricoltura
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