Quaglia selvatica. Allevamento sperimentale


La specie Coturnix c. coturnix presenta notevoli difficoltà in natura per l’alto tasso di ibridazione con la specie Coturnix c. japonica che  viene allevata sia per scopi alimentari che per cinofilia. Si teme pertanto che l’ibridazione sia molto estesa  e che colpisca una cospicua parte delle popolazioni in natura.  La quaglia comune presenta uno stato di conservazione precario sia a livello europeo che italiano. Ha infatti subito un generale declino in tempi recenti ed è inserita nell’All. II della Direttiva Uccelli 79/409 CEE. In Italia è migratrice nidificante, diffusa in tutto il paese ma in modo frammentato soprattutto in Pianura Padana, nell’alto del Tirreno, nelle regioni meridionali e in Sicilia. La specie migra regolarmente attraverso l’Italia, si stimano 15.000-30.000 coppie, con un trend generale di decremento e fluttuazioni locali.
quaglia

Il progetto
Il progetto è iniziato nel 2010 ed avrà validità di tre anni. L’obiettivo finale sarà l’avviamento di un allevamento di capi di Coturnix c. coturnix,  con la speranza di incentivare successivamente alcuni allevatori privati di selvaggina ad utilizzare questi soggetti al posto della quaglia giapponese. I vantaggi sono notevoli in quanto si eviteranno le immissioni a scopo venatorio nel territorio di quaglia domestica che determina ovvi problemi di conservazione della specie selvatica. Per tutto il 2010 si investirà pertanto nel reperimento degli esemplari fondatori dell’allevamento, mediante cattura di soggetti in natura, analisi genetiche degli stessi e loro immissione ed allevamento in voliere. Le fasi del progetto per il 1° anno sono quindi:

1. Allestimento delle voliere. Presso l’Azienda di Sasse-Rami Ceregnano (RO) sono state allestite nr. 4 voliere 15×4 m con fondo a cotico erboso destinati ad accoglie circa 10 animali ciascuna.
2. Reperimento degli animali. Effettuato da una squadra di inanellatori in zona Vallevecchia-Caorle (VE) con reti e richiamo in periodo di passo primaverile e autunnale.
3. Analisi genetiche da parte dell’Università di Padova – Dipartimento di Biologia.
4. Allevamento in voliera. Di sostentamento il primo anno e di riproduzione per gli anni a venire.

In merito alla scarsa conoscenza, sia in Italia che all’estero, il progetto avrà un alto valore sperimentale in quanto vi sono numerosi punti critici a partire dalle fasi iniziali di cattura. Perciò la progettazione dovrà essere necessariamente effettuata annualmente rimandando le successive fasi in base ai risultati effettivi e alle problematiche incorse l’anno precedente.