25.06.09 Congiuntura agroalimentare Veneto, 2008 difficile, 2009 anche



Presentati oggi dal V.Presidente Franco Manzato e dall’AU di Veneto Agricoltura Paolo Pizzolato i dati definitivi del 2008: il Veneto ha retto, ma con difficoltà. I primi sei mesi 2009 confermano questa valutazione, con ansie per occupati, produzione e prezzi. Bacchettata di Manzato alle banche.

 

“Sostenere le aziende agricole venete in questo momento di crisi è uno degli obiettivi della Regione, ma anche le banche devono fare la loro parte e ridare slancio alla ripresa, concedendo credito agli operatori di questo settore che, oggi più che mai, soffrono del calo della redditività, nonostante l’aumento di produzione dell’agroalimentare veneto”. Con questa spronata al mondo creditizio, Franco Manzato, V.Presidente della Regione Veneto, ha aperto l’analisi della congiuntura del settore agricolo 2008 presentata oggi a Legnaro (PD) dall’Amministratore Unico di Veneto Agricoltura Paolo Pizzolato che, a sua volta, ha ribadito la necessità di far crescere il consumo interno dei prodotti veneti e promuovere all’estero le nostre eccellenze. Pizzolato ha anche fornito alcune previsioni “in tempo reale”, relativamente all’andamento del comparto nel primo semestre nel 2009. Tutto lascia prevedere, ha segnalato l’Amministratore Unico di Veneto Agricoltura, che sarà proprio quest’anno che la crisi in atto produrrà i suoi effetti maggiori.

Vediamo la situazione: nel primo trimestre del 2009, si riduce ulteriormente il numero di imprese agricole attive iscritte al Registro delle Imprese della CCIAA del Veneto, che scendono a 80.476 unità (-1,8% rispetto al 2008). Stabili le imprese alimentari, delle bevande e del tabacco, attestate a 7.370 unità. Per quanto riguarda le colture agricole, le prime stime di semina indicano una riduzione del frumento tenero e duro (circa il 20%), a causa della forte discesa dei prezzi
  e per le avverse condizioni atmosferiche. Per lo stesso motivo sono previsti in calo anche gli investimenti a mais (tra il -5% e il -10%), mentre la tenuta dei prezzi della soia fa prevedere un rilevante incremento delle superfici coltivate (+40%). E per quanto riguarda il vitivinicolo, alfiere del comparto? L’andamento decrescente dei prezzi dei vini veneti DOC-DOCG, già riscontrato nel secondo semestre del 2008, appare accentuarsi nei primi quattro mesi del 2009. I bianchi perdono un ulteriore 5,6%, mentre i rossi, pur partendo da livelli inferiori, contengono la perdita all’1%. Dall’estero arrivano segnali poco incoraggianti riguardo alle esportazioni. Riguardo al latte il prezzo, dopo le buone performance del 2008, ha virato verso quotazioni sempre più basse, mentre per quanto riguarda i consumi della carne, nel 2009 si dovrebbe attenuare il trend negativo, con un lieve aumento di produzione interna di carne bovina.
In aumento sia la produzione industriale agroalimentare (+7,1%) che il fatturato (+5,3%); bene gli ordinativi interni (+3,7%) e soprattutto quelli esteri (+25,1%). Ma, per la seconda metà dell’anno il cielo non sembra per niente roseo. Torniamo ora al Rapporto 2008.

Se l’anno scorso gli esperti di Veneto Agricoltura, per la produzione lorda agricola avevano accertato un aumento vicino al 10% rispetto all’anno precedente, quest’anno si registra ancora un aumento, questa volta del 2,9% sull’anno 2007, attestandosi su 4,9 miliardi di euro. Ciò in seguito a un leggero aumento della quantità prodotta (+0,4%) e a una crescita più che proporzionale dei prezzi agricoli (+2,5%). Un risultato positivo vanificato però dal forte incremento dei consumi intermedi (+10,6%), di fatto i costi di produzione, che ha causato un calo del valore aggiunto agricolo pari al 5,4%. Quindi, alla fine dei conti, l’impresa agricola l’anno scorso ha guadagnato meno, il 5,4% appunto, rispetto al 2007.

E’ il dato più evidente di come anche l’agroalimentare veneto stia pagando la crisi in atto. In sintesi, il settore in sé tiene, la produzione aumenta, anche se di poco, come anche i prezzi di vendita. Ma non nella misura in cui cresce quanto serve per produrre.
L’altro dato preoccupante è la conferma di un trend in atto da alcuni anni.
N
el 2008 infatti il numero di imprese agricole attive iscritte al Registro delle Imprese della CCIAA del Veneto è ulteriormente diminuito, attestandosi a circa
81.600 aziende, in calo del 3,3% rispetto all’anno precedente. In flessione anche il numero di addetti in agricoltura, che rappresentano il 2,8% del totale degli occupati di tutti i settori produttivi. Gli occupati agricoli nel Veneto sono scesi di oltre 12.000 unità, attestandosi su circa
61.000 addetti, con una flessione del 17% rispetto al 2007.

Ma come si sta presentando la cosiddetta congiuntura quest’anno? A metà del 2009 lo scenario macroeconomico mondiale si presenta ancora incerto e qualsiasi previsione sulla durata e sulla portata della crisi che stiamo attraversando appare quantomeno azzardata. Alcuni indicatori tuttavia indicano nel primo semestre la fase di più intensa contrazione dei mercati finanziari e dell’economia reale dall’inizio della crisi. Secondo le ultime previsioni avanzate da FMI, OCSE e Commissione Ue, si determinerà una caduta del PIL attorno al 4,4%, ma alla luce del progressivo peggioramento degli indicatori congiunturali le ripercussioni sull’economia italiana potrebbero rivelarsi più pesanti e il PIL potrebbe calare ulteriormente.

 

Di seguito una tabella riepilogativa e una sintesi dei dati, comparto per comparto e le prime valutazioni sull’andamento 2009. (Tutti di dati del Rapporto e la sintesi sono consultabili anche sul sito
www.venetoagricoltura.org
> osservatorio economico > temi).

 

 

 

Il C.Ufficio Stampa


Mimmo Vita
                                                                                                                         

25.06.2009

 

 

 


Produzione e valore aggiunto ai prezzi di base del Veneto nel 2008 (milioni di euro correnti)

 

2008

2007

Variazioni percentuali 2008/2007

 

 

 

Valore

Quantità

Prezzo

Produzione ai prezzi di base

4.949

4.810

2,9

0,4

2,5



 – Coltivazioni agricole


2.415


2.405



           0,4


-1,1


1,5



 – Allevamenti


2.012


1.916


5,0


1,9


3,1



 – Servizi connessi


511


488


4,7


0,5


4,2

Consumi intermedi

2.746

2.483


         10,6

-2,0

12,8

Valore aggiunto

2.203

2.328

-5,4

2,9

-8,0



Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT

 


Colture erbacee

In significativo calo la superficie coltivata a mais, scesa a 274.500 ettari (-11% rispetto al 2007), e la resa media, che si è attestata sulle 8,6 t/ha (-7%). Di conseguenza la produzione totale ha subito una contrazione del 17% scendendo a 2,35 milioni di tonnellate. Dopo i buoni risultati commerciali del primo semestre dell’anno – sulla scia degli aumenti registrati già nel 2007 – dalla primavera le quotazioni hanno continuato a flettere, fino a toccare livelli minimi nel mese di dicembre. Il prezzo medio annuo è calcolato in 185,8 €/t, solo leggermente inferiore a quello dell’anno precedente, tuttavia
  i ribassi di fine 2008 stanno proseguendo anche nell’anno in corso.
 

Continua l’espansione del frumento tenero, la cui superficie ha raggiunto gli 81.500 ettari con un ulteriore incremento del 5%. Tuttavia il peggioramento della resa (-3,6%), a causa dell’andamento climatico sfavorevole, ha impedito di produrre oltre le 487.000 tonnellate, con un aumento contenuto all’1,3%. Anche per il frumento si è assistito a un calo dei listini da aprile, sebbene il fenomeno sia stato meno accentuato rispetto al mais. Il prezzo medio annuo, pari a 217,2 €/t appare quindi in aumento (+2%) rispetto al 2007.

Da sottolineare il notevole incremento di superficie registrato dal frumento duro (+81%) che ha raggiunto i 4.900 ettari, localizzati soprattutto in provincia di Rovigo e Vicenza. La produzione raccolta ha superato le 27.000 tonnellate (+77%) mentre i prezzi, per effetto dell’aumento di offerta, sono scesi mediamente del 28,6%.

La chiusura dell’impianto saccarifero di Pontelagoscuro (FE) ha determinato una sensibile contrazione della superficie investita a barbabietola da zucchero che è scesa a 14.900 ettari (-22%). Nonostante un buon risultato a livello di resa (65,5 t/ha, +4,7%), la produzione è calata del 18,7% non andando oltre le 974.000 tonnellate.

In diminuzione anche la superficie coltivata a soia, stimata in 66.400 ettari (-6%). Il contestuale calo della resa di circa il 10% ha determinato una produzione poco superiore a 207.00 tonnellate (-16%), mentre il prezzo medio annuo risulta in aumento di circa il 32%.


 


Colture orticole


Nel 2008 si è osservato un calo delle superfici investite a orticole, che nel complesso scendono a circa 34.700 ettari, in flessione dell’1% rispetto al 2007. Il valore della produzione si stima possa superare i 660 milioni di euro (+3%).


In leggera flessione gli investimenti a radicchio, calati a 9.450 ettari (-2%), ma con una produzione complessiva pari a 133.800 tonnellate (+4%) a causa dell’aumento di resa (+6%). I prezzi si sono mantenuti su livelli elevati nei primi mesi dell’anno per poi scendere bruscamente con l’inizio della nuova campagna commerciale: -15% per il radicchio rosso di Treviso e -27% per il radicchio di Chioggia.


La superficie coltivata a patata è leggermente scesa a 3.650 ettari (-1%), con una produzione di 136.000 tonnellate (-8%) e prezzi in picchiata (-27%).


La lattuga ha registrato aumenti di superficie (1.750 ettari, +2%) ma ha subìto una diminuzione della quantità prodotta (38.200 tonnellate, -7%) e dei prezzi (-4,5%). Aumenti significativi invece per la fragola, sia come superficie coltivata (830 ettari, +15%), sia per produzione raccolta (19.100 tonnellate, +23%).


 


Colture florovivaistiche


Nel 2008 la superficie regionale destinata al florovivaismo ha raggiunto i 3.000 ettari (+9%), a causa soprattutto di un incremento delle superfici coltivate in piena aria. Il numero di aziende attive è pari a 1.717, per una produzione complessiva regionale di 1,3 miliardi di piante (-6%) di cui il 76% è costituito da materiale vivaistico e il 20% da piante destinate al consumatore finale. Le quotazioni sono risultate sostanzialmente in linea con quelle del 2007.


 


Colture frutticole


Dopo anni di costante arretramento, le superfici regionali delle principali colture frutticole si sono ormai stabilizzate su valori che appaiono consolidati. Dal punto di vista produttivo l’annata 2008 in Veneto ha fornito risultati abbastanza soddisfacenti, soprattutto se si considera che a livello nazionale e comunitario vi sono state delle flessioni significative. Si sono osservati moderati aumenti nella produzione di


melo (+1,8%), pero (+1,4%), pesco e nettarine (+1,2%). In calo invece i raccolti di ciliegio (-6,5%) e actinidia (-1,3%).


Dal punto di vista commerciale i prezzi medi annui risultano generalmente in aumento: +6,3% per le mele, +15% per le pere, +15,7 per il pesche e +3% per le ciliegie e +32% per l’actinidia.
  Permane tuttavia cruciale la concorrenza delle produzioni frutticole di altre regioni italiane – in particolare Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna – e dall’estero (Spagna ed Est Europa) nei confronti del prodotto veneto.


 


Vite

Intorno ai 70.000 la superficie ormai stabilizzata del vigneto veneto. La vendemmia 2008 ha prodotto circa 1,1 milioni di tonnellate (+3%) di uva che hanno consentito di ottenere 8,1
  milioni di vino (+4%). Il vino veneto si presenta in gran parte come un prodotto di qualità, poichè per il 29% è marchiato DOC-DOCG e per il 61% è IGT. Alcune difficoltà sono emerse dal punto di vista commerciale, sia per i prezzi delle uve, calate mediamente del 10-20%, sia per i prezzi dei vini. Dalla seconda metà dell’anno si è assistito a un progressivo calo dei prezzi dei vini bianchi veneti DOC, che su base annua perdono circa l’1%. Più stabili le quotazioni dei vini rossi veneti DOC che complessivamente dimostrano un aumento di circa il 5%. Anche sulle esportazioni nazionali di vino si sono osservati i primi segnali della crisi economica internazionale: la quantità venduta è scesa del 7%, mentre il valore del prodotto esportato è moderatamente cresciuto (+2%).
 


 

Zootecnia

La produzione di latte è stata pari a 11,2 milioni di quintali (fonte Agea). Il numero degli allevamenti risulta ancora in calo, essendo sceso da 4.600 a circa 4.400 unità
  (-4,6%) e la tendenza riguarda soprattutto gli allevamenti di piccole dimensioni. Lo splafonamento delle quote latte è stimato in circa 73.000 tonnellate a livello regionale, pari a un prelievo supplementare di circa 20 milioni di euro, che dovrebbe comunque essere evitato o molto contenuto con la distribuzione dell’incremento di quota del 2%. In Veneto il latte è stato pagato mediamente 42 euro/100 litri (+8%, IVA e premio qualità compresi) ma alcune importanti cooperative sono riuscite a liquidare ai propri soci importi di 42-44 euro/100 litri. La maggior parte del latte prodotto in Veneto è destinato alla trasformazione casearia (oltre il 75%), con una netta prevalenza per i formaggi DOP (circa il 40%).

La produzione veneta di bovini da carne nel 2008 è stimata in circa 214.000 tonnellate
      (-2,7%), mentre il fatturato del comparto è calcolato in 476 milioni di euro. In aumento del 3-6% il costo dei ristalli, ma anche il prezzo medio degli animali da macello (+7,8%).

La quantità di carne suina commercializzata in Veneto nel 2008 è stata pari a 133.900
  tonnellate (+1,1%), consentendo al comparto suinicolo regionale di fatturare circa 170 milioni di euro anche per l’aumento del 15% del prezzo medio annuo.

Il comparto avicolo ha registrato una crescita produttiva del 9,5% rispetto al 2007, raggiungendo le 440.800 tonnellate per un valore di circa 624 milioni di euro. I prezzi risultano tuttavia in calo (-6,9%).


 

Pesca

Nel 2008 si è registrato un aumento delle aziende attive nella pesca e acquacoltura del 3% rispetto all’anno precedente, con un incremento più che proporzionale delle aziende dedite all’acquacoltura (+8,2%), mentre i pescherecci sono diminuiti del 4%, raggiungendo quota 773 unità. Il prodotto transitato nei 6 mercati ittici regionali è diminuito del 3,2% in quantità e del 5,5% in valore, per un fatturato complessivo di circa 119 milioni di euro. Il saldo della bilancia commerciale ittica si è mantenuto sostanzialmente stabile sui 172 milioni di euro.

 


Industria alimentare e commercio con l’estero

Il numero delle industrie alimentari venete è stato nel 2008 di 7.368 unità, con un incremento del 2,5% rispetto all’anno precedente. Gli occupati nel settore alimentare si sono stabilizzati nel 2008 poco al di sotto delle 37.000 unità, restando sostanzialmente invariati rispetto agli ultimi anni.

Il deficit della bilancia commerciale dei prodotti agroalimentari si è ridotto del 13,6% rispetto al 2007, grazie all’incremento delle esportazioni, cresciute del 7,7% e all’aumento delle importazioni proporzionalmente meno rilevante (+1,7%).

 

Previsioni e primi risultati del 2009

Il 2009 si annuncia come la fase più acuta della crisi economica.

La contrazione del prodotto mondiale a fine 2008 è risultata estremamente pronunciata, creando le premesse per una recessione che si è materializzata nei primi mesi del 2009 con il susseguirsi delle diverse fasi della crisi: la stretta del credito, che rischia di bloccare il sistema produttivo, la caduta dei mercati immobiliari, che genera una flessione nel valore delle abitazioni, l’effetto ricchezza negativo sui consumi delle famiglie, che potrebbero risentire anche dell’aspettativa di una futura stretta fiscale a seguito dell’attuale incremento della spesa pubblica.

A metà del 2009 lo scenario macroeconomico mondiale si presenta quindi ancora incerto e qualsiasi previsione sulla durata e sulla portata della crisi che stiamo attraversando appare quantomeno azzardata. Alcuni indicatori congiunturali tuttavia indicano nel primo semestre la fase di più intensa contrazione dei mercati finanziari e dell’economia reale dall’inizio della crisi.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) nel 2009 il PIL mondiale scenderà dell’1,3%, la prima volta dalla Grande Depressione del 1929, mentre nel 2010 è previsto un modesto rimbalzo dell’1,9%. Per il commercio mondiale la caduta sarà più netta e pari all’11%, effetto diretto della contrazione della domanda internazionale. Nel 2009 infatti il PIL degli Stati Uniti registrerà una contrazione del 2,8% mentre in Giappone è atteso un calo attorno al 6%. Guardando alle economie emergenti, il PIL della Cina si fermerà quest’anno a +6,5%, mentre quello dell’India dovrebbe mettere a segno una crescita del 4,5%.

Anche l’area euro condivide la fase acuta della crisi globale. Le previsioni del FMI indicano infatti che il PIL dell’Eurozona subirà una contrazione del 4,2% mentre nell’intera Unione europea la flessione sarà pari al 4%. In particolare la Germania, più esposta alla caduta della domanda internazionale, nel 2009 subirà una contrazione del 5,6%, mentre la Spagna, dove il collasso del mercato immobiliare risulta più marcato, dovrebbe registrare un arretramento del 3%, come quello della Francia. Fuori dall’area euro, il Regno Unito dovrebbe accusare una contrazione pari al 4,1%.

In Italia la crisi mondiale, secondo le ultime previsioni avanzate da FMI, OCSE e Commissione Ue, determinerà una caduta del PIL attorno al 4,4%, ma alla luce del progressivo peggioramento degli indicatori congiunturali le ripercussioni sull’economia italiana potrebbero rivelarsi più pesanti e il PIL potrebbe calare ulteriormente. Dati ISTAT 2009 segnalano infatti una diminuzione del PIL nazionale del 6% nei confronti del primo trimestre 2008.

La caduta della domanda estera (-22,8%) relativa al primo trimestre 2009 ha provocato una forte contrazione della produzione industriale (-21%) e degli investimenti, che si è riflessa immediatamente sull’operatività delle imprese.

L’impatto della recessione sull’economia regionale sarà rilevante. In Veneto la crisi globale, secondo le previsioni più aggiornate, dovrebbe determinare nel 2009 una flessione del PIL del 3,9%, su livelli pertanto migliori rispetto a quelli nazionali.

Nel 2009 tutte le componenti della domanda dovrebbero concorrere a generare tale frenata. In particolare a livello regionale si osserva nel primo trimestre 2009 un significativo calo delle esportazioni (-16,5% sullo stesso periodo 2008) e si prevede una flessione degli investimenti del 12,6%. Più contenuta la flessione dei consumi delle famiglie, che nel 2009 dovrebbero diminuire dell’1,1%, parzialmente compensata dai consumi della Pubblica amministrazione, in aumento dello 0,8%. Si stima inoltre un calo dell’occupazione complessiva pari al 2,5%, con punte del 6% nell’industria e del 3,8% nelle costruzioni. Il tasso di disoccupazione crescerà anche nel 2009, portandosi al 4,3%.

Secondo l’indagine “VenetoCongiuntura” nel primo trimestre 2009 la produzione industriale veneta ha registrato una nuova brusca flessione del 16,5% su base annua. Tuttavia le aspettative degli imprenditori lasciano intravedere qualche spiraglio di ripresa.

Anche per il comparto agricolo, tutto lascia prevedere che sarà nel 2009 che la crisi economica generale in atto produrrà i suoi effetti maggiori.

Nel primo trimestre del 2009, si riduce ulteriormente il numero di imprese agricole attive iscritte al Registro delle Imprese della CCIAA del Veneto, che scendono a 80.476 unità (-1,8% rispetto al 2008). Stabili le imprese alimentari, delle bevande e del tabacco, attestate a 7.370 unità.

L’occupazione agricola, secondo l’indagine sulle forze lavoro realizzata dall’Istat, registra una contrazione del numero di occupati del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2008. Il Nord-est fa segnare la flessione più consistente (-8,8%): in valore assoluto diminuisce maggiormente la componente indipendente, ma in termini relativi sono gli occupati dipendenti a far segnare la perdita più rilevante (-16%).

Per quanto riguarda le colture agricole, le prime stime di semina indicano una riduzione degli investimenti a frumento tenero e duro (nell’ordine di circa il 20%), a causa della forte discesa dei prezzi iniziata nella seconda parte del 2008 e ancora in atto e delle difficoltà registrate durante la fase di semina a causa delle avverse condizioni atmosferiche. Per lo stesso motivo sono previste in calo anche gli investimenti a mais (tra il -5% e il -10%), mentre la tenuta dei prezzi della soia fa prevedere un rilevante incremento delle superfici coltivate (+40%); in leggero aumento anche gli ettari a barbabietola da zucchero e a tabacco, visto la buona redditività delle colture.

L’andamento decrescente dei prezzi dei vini veneti DOC-DOCG, già riscontrato nel secondo semestre del 2008, appare accentuarsi nei primi quattro mesi del 2009. Le quotazioni dei bianchi perdono infatti un ulteriore 5,6%, mentre quelle dei rossi, pur partendo da livelli inferiori, contengono la perdita all’1%. Dall’estero arrivano peraltro segnali poco incoraggianti per quanto riguarda le esportazioni. Basti pensare che nel periodo gennaio-febbraio 2009 le vendite di vino italiano negli Stati Uniti, uno dei nostri partner commerciali più importanti, sono calate del 17,5% in quantità e del 19,2% in valore.

La diminuzione dei prezzi sta caratterizzando anche il settore del latte, impegnato anche nella decisione sulle modalità di assegnazione dell’aumento di quota del 5% assegnata all’Italia dall’health check dell’agricoltura europea. Il prezzo del latte, dopo le buone performance del 2008, ha virato verso quotazioni sempre più basse pari o inferiori anche ai 30 euro/hl + Iva a causa dell’esubero di offerta di latte sfuso a bassi prezzi sul mercato comunitario e in particolare verso i paesi deficitari come l’Italia. Valori che stanno mettendo in estrema difficoltà la redditività degli allevamenti.

Per quanto riguarda la carne, nel 2009, secondo le previsioni, dovrebbe attenuarsi la riduzione del consumo interno; ci sono aspettative, quindi, per un lieve aumento di produzione interna di carne bovina, ma non in maniera tale da soddisfare la domanda. Tutto ciò dovrebbe avere degli effetti moderatamente positivi sull’andamento degli scambi e dei prezzi di mercato, ma va tenuto presente che comunque ci si trova nel contesto di una crisi economica ancora non in via di soluzione, per cui il clima di fiducia dell’industria della macellazione e delle preparazioni, evidenziato dal panel ISMEA nel primo trimestre del 2009, risulta ancora piuttosto basso.

L’industria alimentare
, bevande e tabacco è l’unico comparto produttivo regionale che nel primo trimestre 2009 presenta valori positivi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In aumento sia la produzione industriale (+7,1%) che il fatturato (+5,3%); bene gli ordinativi interni (+3,7%) e soprattutto quelli esteri (+25,1%). Tuttavia le previsioni a sei mesi sono negative per tutti le principali variabili (produzione, fatturato, ordini interni e occupazione), ad esclusione della domanda estera.

Per quanto riguarda il
commercio con l’estero, i dati del primo trimestre 2009 forniti dall’Istat, evidenziano un calo delle esportazioni agricole del 5,4%, una variazione meno rilevante della media generale (-16,5%) e inferiore alla maggior parte dei settori di attività economica. In leggero miglioramento invece l’export di prodotti alimentari, bevande e tabacco (+1,1%), in controtendenza rispetto all’andamento nazionale (-3,1%).