Stazioni di monitoraggio: Avifauna in Veneto


Piantina venetoCon il progetto
“Stazioni di Monitoraggio avifauna in Veneto” Veneto Agricoltura vuole arrivare ad avere una conoscenza, più o meno esaustiva, della componente avifaunistica, stanziale e migratoria, di alcune zone della Regione Veneto, aree sia di zone agrarie, che lagunari che montane.
Nell’arco dell’anno vengono svolte diverse sessioni di monitoraggio periodico per l’avifauna stanziale e migratoria (inanellamento e stazioni di ascolto a Vallevecchia (VE) e a Cà Mello (RO), e censimenti a vista per anatidi, ardeidi e cormorani nel Delta del Po).


Gobbo rugginosoANATIDI E UCCELLI ITTIOFAGI
Il monitoraggio degli anatidi e degli uccelli ittiofagi è iniziato nella stagione 2002-2003 nella parte meridionale della Laguna di Venezia e nel Delta del Po veneto.
Dai primi risultati emerge che per quanto riguarda gli anatidi, nel periodo agosto 2003 – febbraio 2004 è stata censita una media per giornata di osservazione di oltre 43.000 esemplari, superiore a quella del 2002-03 che è stata di 40.094. Le presenze sono andate da un minimo di 13.535 individui in agosto ad un massimo di 63.332 in novembre. E’ stato inoltre osservato un anticipo delle presenze nell’autunno 2003 rispetto al 2002, ed una maggiore permanenza dei gruppi in febbraio. In entrambe le stagioni, dai primi di dicembre ai primi di febbraio non si è mai andati al di sotto dei 50.000 anatidi.
Per quanto concerne gli Ardeidi (Airone cenerino, Airone bianco maggiore, Garzetta) e i Falacocoracidi (Cormorano, Marangone minore e Marangone dal ciuffo), nella stagione di rilevamento 2003-04 si è potuto ottenere una serie più completa di dati, anticipando il conteggio in diurna già da agosto, anziché da novembre.
Il trend mostra un progressivo calo, da 1.854 individui in agosto a 574 in febbraio, con una media mensile di 1.158 individui. Le valli da pesca sono l’ambiente più utilizzato, ospitando il 95% della popolazione, mentre rami del Po e lagune ospitano complessivamente solo il 5% della popolazione. Più nel dettaglio, le valli di Porto Viro ospitano la percentuale maggiore (58%), in linea con la loro maggiore ampiezza, mentre quelle di Porto Tolle il 37%, anche se nel primo mese sostengono più individui. Le parti ad oasi, sia vallive che fluviali, ospitano comunque il 28% degli individui.
Le quattro zone che mediamente hanno ospitato più individui sono le valli S. Carlo, Ripiego, Scanarello e S. Leonardo (Porto Viro-RO).


BarbiallaLARIDI

Il monitoraggio dei gabbiani è stato intrapreso con la finalità di avere degli elementi valutativi di una specie problematica quale è il gabbiano. Le aree indagate da questo studio sono il Delta del Po, in particolare tutta l’area costiera degli scanni, della laguna viva e tutta la fascia costiera del Delta, escluse le valli da pesca, ed inoltre la laguna di Venezia, in particolare l’area meridionale dove si trovano due fonti di alimentazione di origine antropica: la discarica Ca’ Rossa e l’Ecocentro di Chioggia. Il monitoraggio è stato effettuato eseguendo il censimento delle coppie nidificanti, il censimento delle presenze invernali e di passo e la lettura di anelli e anelli colorati.
I primi risultati emersi nel corso dell’estate del 2003 mettono in evidenza che la popolazione nidificante di Gabbiano reale mediterraneo è stata stimata in circa 1.000 coppie che va sommata a quella rilevata all’interno delle aziende faunistico-venatorie della provincia di Rovigo e relazionata alla popolazione nidificante in provincia di Venezia (circa 3.000 coppie).


Martin pescatoreRetiATTIVITÀ DI INANELLAMENTO E STAZIONI D’ASCOLTO

Durante l’estate 2002 e 2004 (da agosto a dicembre) viene effettuato il monitoraggio dell’avifauna migratrice presso l’Oasi di Cà Mello (RO), all’interno di un canneto di acqua dolce. Il monitoraggio è effettuato al termine della stagione riproduttiva, dalla fase di preparazione alla migrazione post-nuziale sino all’inizio dello svernamento. La finalità di tale monitoraggio è quella di fornire un contributo preliminare alla conoscenza dell’avifauna che utilizza l’Oasi di Cà Mello nel periodo autunnale, anche alla luce degli interventi di miglioramento ambientale recentemente realizzati nell’oasi stessa. Il metodo di cattura è quello classico con “reti verticali foschia” di tipo mist-net. Nella stagione agosto-ottobre 2002 sono state effettuate 19 sessioni (una per pentade) permettendo la cattura di 1090 esemplari appartenenti a 42 specie; in media sono stati catturati 68 individui ad uscita. Oltre il 60% degli individui catturati appartiene al genere Acrocephalus (Cannaiola (27%), Cannareccione (23%) e Forapaglie (7%)). Più del 50% delle specie campionate è rappresentato da meno di 10 individui catturati e solo altre due specie, beccafico e usignolo di fiume, hanno superato la soglia del 5% di catture totali.
Nella stagione agosto-dicembre 2004 sono state effettuate 12 sessioni di cattura, una per decade, e in totale sono stati catturati 577 individui, appartenenti a 31 specie; in media sono stati catturati 52 individui per uscita. La quasi totalità degli individui catturati è rappresentata da Passeriformi (99,1% di individui e 93,6% di specie).
Fra le specie numericamente più rappresentative, ve ne sono alcune, la cui maggioranza degli individui viene catturata durante la migrazione post-nuziale, mentre solo una piccola parte di questa sembra restare in loco per lo svernamento; fra queste il Migliarino di palude, il Pettirosso, il Pendolino, la Passera scopaiola e il Luì piccolo. L’elevato numero di catture di Passera d’Italia e di Storno è da riferirsi alla formazione di dormitori comuni nel canneto dell’area di studio, a partire dalla fine della stagione riproduttiva. Infine la Cannaiola è l’unico migratore trans-sahariano ben rappresentato nel campione delle catture.

Airone rossoA partire dal 2002 viene effettuato uno studio dell’avifauna presso la stazione di monitoraggio “Vallevecchia” (VE) con lo scopo di sperimentare alcune metodologie d’indagine atte a monitorare l’avifauna presente nel corso dell’anno negli ambienti agrari dell’omonima azienda.
I metodi utilizzati sono quello di catture, per decadi, con reti verticali di tipo mist-net e tramite punti d’ascolto. Il monitoraggio con reti di cattura ha visto 40 specie censite nel 2002 e 66 specie nel 2003-2004. Nell’area a rimboschimenti sono state catturate 44 specie, tra le più frequenti ci sono il Pettirosso, il Regolo e il Luì piccolo, presenti sia con individui di passo che svernanti. Nell’area di duna aperta sono stati catturati esemplari di 21 specie diverse, anche in questo caso le due specie più frequenti sono risultate il Pettirosso e il Regolo. Nell’area a canneto sono stati catturati esemplari di 35 specie , e le due specie dominanti sono state la Cannaiola ed il Forapaglie.
Per quanto riguarda i punti di ascolto i primi risultati evidenziano che le specie nidificanti (o probabilmente nidificanti) rilevate all’interno dell’azienda sono 65 di cui 7 legate ad ambienti agrari aperti ed erbacei, 5 legate ad ambienti aperti con vegetazione arboreo-arbustiva rada, 8 tipiche di ambienti con vegetazione palustre e 45 tipiche di altri ambienti. Delle specie legate ad ambienti agrari aperti ed erbacei sono degne di nota la quaglia, la pavoncella, la calandrella, la cappellaccia, l’allodola, la cutrettola e il beccamoschino. Tra l’avifauna svernate è significativa la presenza di 2 individui di averla maggiore e l’utilizzo dell’area, per motivi trofici, da parte di numerosi esemplari di gheppio e poiana.

PettirossoNel 2003 è stato fatto uno studio dell’avifauna nell’altopiano di Asiago (VI) presso Monte Fossetta, (1685 m s.l.m. (Asiago, VI)). Dove sono state disposte delle reti di cattura intorno ad un punto di abbeverata. Dai risultati riferiti al periodo metà luglio – inizio novembre 2003 emerge che sono stati catturati 469 esemplari, appartenenti a 25 specie, rappresentate principalmente da crociere (46,5%), regolo (11,3%), ciuffolotto (8,9%), cinciallegra (7,9%), lucherino (5,3%) e pettirosso (5,5%).

Dal 2002 al 2003 è stata attivata un’indagine sull’avifauna migratrice presso la stazione di monitoraggio “Lessinia” (VI) presso passo Mesole (1604 m s.l.m. Crespadoro VI). Lo scopo di tale iniziativa è quello di valutare l’efficacia di due differenti metodologie finalizzate al monitoraggio dei contingenti in transito attraverso il settore prealpino del Veneto nel corso della migrazione post-riproduttiva. I metodi utilizzati sono quelli della catture con reti e del conteggio a vista degli individui in migrazione attiva. In riferimento alla stagione settembre-novembre 2002, le 11 sessioni di cattura effettuate, hanno permesso di catturare 1080 esemplari appartenenti a 20 specie diverse. Nei conteggi avvenuti in 6 sessioni si sono contati 5821 esemplari appartenenti a 35 specie differenti. Più di ¾ degli individui complessivamente catturati od osservati appartenevano a solo due specie, assolutamente dominanti, il Fringuello (Fringilla coelebs) ed il Lucherino (Carduelis spinus).
Tra le restanti specie sono stati campionati in modo significativo la Cincia mora (Parus ater) la Peppola (Fringilla montifringilla) infine il Crociere (Loxia curvirostra) ed il Colombaccio (Columba palumbus), questi ultimi due sono risultati presenti in modo significativo solo nel campione dei conteggi a vista.