VALE 168 MILIONI DI EURO IL COMPARTO VENETO DELLA PESCA 

3.800 imprese, 7.400 addetti, quasi 18.000 tonnellate di prodotto pescato nell’Adriatico. Tutti i numeri nel Report congiunturale di Veneto Agricoltura. L'assessore regionale Corazzari: il Veneto, grazie anche alla forza di questi risultati, continuerà a svolgere il suo ruolo di guida del Distretto di pesca del Nord Adriatico.

Il comparto della pesca nel Veneto vale ben 168 milioni di euro frutto del faticoso lavoro di oltre 7.400 addetti che fanno capo a 3.849 imprese attive nella filiera ittica regionale. Questi elaborati da Veneto Agricoltura nel Report “La Pesca in Veneto” (disponibile al seguente link: https://bit.ly/3UdCBLv) sono numeri che confermano la ripresa di un settore importante dell’economia veneta, che purtroppo tra il 2020 e il 2021 ha dovuto fare i conti con la crisi legata alla pandemia da Covid e all’aumento dei costi di produzione, in primis quelli energetici che ancora persistono.

“I dati e le analisi contenute nel Report di Veneto Agricoltura per l’anno 2021 – sottolinea l’assessore alla Pesca della Regione del Veneto, Cristiano Corazzari – confermano, come già evidenziato durante gli Stati generali della Pesca del luglio scorso, l’importanza del comparto della pesca professionale e dell’acquacoltura in Veneto, che pone la nostra Regione tra i primissimi posti in Italia per valore aggiunto in questo settore. La Regione del Veneto, anche grazie alla forza di tali risultati, continuerà a svolgere il suo ruolo di guida del Distretto di pesca del Nord Adriatico in un’ottica propositiva per la gestione e il sostegno della pesca professionale e dell’acquacoltura nei compartimenti marittimi e nelle lagune del Veneto”.

L’elaborato dell’Agenzia regionale esamina nei dettagli le ultime statistiche disponibili (2021) riguardanti le diverse componenti della filiera ittica veneta, ovvero: la pesca marittima sbarcata nei sei mercati ittici regionali (Venezia, Chioggia, Caorle, Pila, Scardovari e Porto Viro); la venericoltura (vongole veraci); la mitilicoltura (cozze); la piscicoltura (allevamenti in acqua dolce, per lo più trote, e vallicoltura); la pesca dei molluschi bivalve di mare effettuata dai Consorzi di gestione del Veneto (Co.Ge.Vo di Venezia e Chioggia).

Dati alla mano, risulta che il 2021 è stato tutto sommato un anno discreto per il comparto, con diversi punti di rilancio, a partire dalla pesca in Mare Adriatico sbarcata nei mercati ittici regionali. Il quantitativo totale di pesce locale pescato segna infatti un +8,9% rispetto all’anno precedente, pari a 17.778 tonnellate di prodotto, con la concomitante crescita sia del fatturato, salito a 42,6 milioni di euro totali (+11,1%), che dei prezzi di vendita alla produzione (+2,1% in media).

Anche la flotta peschereccia veneta, nonostante le difficoltà congiunturali internazionali, ha mantenuto invariato il numero di barche (655 unità) distribuite tra le quattro marinerie di riferimento (Venezia, Caorle, Chioggia e Polesine). Segnali di ripresa arrivano anche dal comparto dei molluschi bivalve di mare che ha prodotto complessivamente 2.859 tonnellate tra vongole e fasolari, aumentano la produzione del +12,1% rispetto all’anno precedente. Di contro, il 2021 mostra un andamento in chiaroscuro per il comparto degli allevamenti ittici (sia di mare che di acqua dolce), con chiare perdite produttive registrate dalla mitilicoltura (-7,7%) e venericoltura (-6,4%), mentre tiene bene la produzione della piscicoltura (+10,7%).

Infine, segni “+” anche per la bilancia commerciale con l’estero, che registra incrementi sia dell’export (+14,9%) che dell’import (+18,9%) del pescato fresco. Tra i principali clienti dei nostri prodotti ittici risultano la Germania, la Francia e l’Austria.