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METEO, API E FIORITURE Il mese di giugno e questo inizio di luglio hanno visto l’affermarsi di condizioni di bel tempo, che hanno dato modo alle api di recuperare (parzialmente…) le forze e concentrarsi sulla produzione di miele con le fioriture di inizio estate (tiglio e castagno in testa), che hanno fornito produzioni diversificate da zona a zona, ma in media soddisfacenti. Anche nelle aree montane, nelle quali la primavera era stata avara di fioriture, tiglio e castagno hanno dati risultati soddisfacenti. In questi giorni si iniziano a rilevare anche le prime produzioni su melata di conifere e specie a tarda fioritura.
UNA NUOVA SPECIE MELLIFERA Per quanto concerne le specie mellifere si segnala l’esperienza che Veneto Agricoltura sta conducendo da 2 anni, presso la propria Azienda Pilota di ValleVecchia, Caorle, sul Silphium perfoliatum. Una specie perenne (può durare più di 15 anni), che dai primi dati sembra avere delle ottime caratteristiche nettarifere. Fiorisce a fine giugno(il fiore assomiglia a una grossa margherita gialla) e la fioritura si protrae per oltre un mese, molto rustica e resistente alla siccità, produce a fine fioritura una quantità interessante di Biomassa da avviare ai biodigestori. Scarica la scheda descrittiva sul Silphium perfoliatum.
CONSIGLI PER GLI APICOLTORI: IL BLOCCO DI COVATA (Estratto da: “Varroa, 5 tecniche per il blocco di covata” di Matteo Giusti – AgroNotizie, 9 luglio 2021)
Si sta avvicinando il periodo in cui effettuare il controllo estivo della varroa. Proponiamo di seguito un sunto delle principali tecniche per effettuare il blocco di covata, indispensabile per portare le famiglie in assenza di covata opercolata e poter utilizzare prodotti a base di acido ossalico. La varroa infatti si riproduce nelle celle opercolate delle api operaie e dei fuchi, entrando nelle stesse poco prima dell’opercolatura. All’interno delle celle opercolate la varroa non è attaccabile dai farmaci utilizzati per il suo controllo (con l’unica eccezione dell’acido formico), che agiscono solo se vengono in diretto contatto con gli acari.
Di seguito vengono proposti 5 modi per realizzare un blocco di covata e garantire le condizioni per un trattamento acaricida in grado di abbattere più del 90% degli acari presenti.
(1) Ingabbiamento della regina Uno dei metodi più diffusi è sicuramente l’ingabbiamento della regina. Consiste nel chiudere la regina in una gabbietta che abbia le sbarre a passo di escludi regina (circa 4,2 millimetri). Le gabbiette disponibili vanno da quelle più economiche usa e getta a quelle più robuste riutilizzabili ogni anno
Chiusa nella gabbia la regina non può andare sui favi e quindi non può deporre le uova. Siccome il periodo di sviluppo di un’ape operaia, dalla deposizione dell’uovo allo sfarfallamento, è di 21 giorni e quello dei fuchi di 24 giorni, dopo 24 giorni dall’ingabbiamento tutta la covata presente (comprese le uova) sarà nata e nell’alveare non ci sarà più covata. Si può quindi liberare la regina ed eseguire il trattamento con un farmaco a base di acido ossalico. Si segnala che tale metodologia può portare in alcuni casi a mortalità della regina a causa di non accettazione della stessa da parte delle api al momento del rilascio.
(2) Confinamento della regina Per evitare che la regina deponga le uova su tutti i favi, invece che ingabbiarla, si può confinarla su un solo favo, in modo che possa comunque deporre e mantenere inalterate le sue funzioni. Per farlo si mette la regina su un favo accanto a una parete laterale dell’arnia e tra questo favo e gli altri si interpone un escludi regina verticale, che è un sorta di telaino provvisto di una griglia escludi regina sulla facciata e con i lati che devono combaciare con le pareti, il fondo e il coprifavo dell’arnia.
E’ molto importante verificare che l’escludi regina verticale combaci perfettamente con le pareti, il fondo e il coprifavo (non tutte le arnie sono perfettamente uguali all’interno), altrimenti, se si creano dei passaggi, la regina può uscire. Oltre all’escludi regina verticale esistono delle gabbie in grado di chiudere tutto il telaino dove è la regina o dei dispositivi per posizionare in orizzontale il telaino con la regina tra l’arnia e il melario. In ogni caso la tecnica è sempre la stessa: permettere alla regina di deporre le uova solo su un favo. Dopo 24 giorni, in tutti gli altri telaini dell’alveare non ci sarà più covata. Si dovrà allora liberare la regina, rimuovere il favo dove era confinata la regina che sarà pieno di covata e trattare l’alveare.
Con i favi pieni di covata che abbiamo rimosso, lasciandoci anche le api sopra, si potranno fare degli sciami artificiali da portare in un altro apiario per evitare reinfestazioni di varroa e da trattatare come vedremo sotto, quando si parlerà della sciamatura artificiale. Se però il livello di infestazione è alto e la covata è irregolare o ci sono sintomi di virosi, è bene distruggere questi telaini (dopo aver scosso le api) mettendoli nella sceratrice solare o bruciandoli in un braciere o in un forno a legna.
(3) Orfanizzazione Questa tecnica può essere utile se si vuole cambiare la regina. Si orfanizza la colonia, eliminando la regina presente e si lascia che le api ne allevino una nuova. Dopo i 24 giorni canonici, ci sarà una nuova regina, probabilmente già fecondata e che ha già iniziato a deporre le uova, ma non ci sarà ancora covata opercolata. Quindi si può trattare l’alveare contro la varroa.Il rischio è che la fecondazione non vada a buon fine o la regina muoia nel volo nuziale, in questo caso sarà necessario fornire una nuova regina alla colonia. Oppure se si vuole dare una regina già feconda, magari selezionata da noi o da un allevatore di api regine, otto o dieci giorni dopo l’orfanizzazione si dovranno rimuovere tutte le celle reali presenti nell’alveare e poi introdurre la regina sette giorni prima del 24° giorno, quando effettueremo il trattamento, oppure uno o due giorni dopo il trattamento.
(4) Sciamatura artificiale Questa tecnica e utile per fare due lavori insieme: produrre sciami artificiali e fare il blocco di covata. Si procede facendo degli sciami artificiali, cioè mettendo in arniette porta sciami cinque o sei telaini di covata e api, tolti da altri alveari, ma senza regina. Questi nuovi sciami devono esser portati in un altro apiario ad almeno 3 chilometri di distanza per evitare che le bottinatrici tornino nelle colonie di origine. Lasceremo poi che i nuovi sciami nella nuova postazione si allevino la loro regina o gliela forniremo nei tempi descritti sopra. Nelle colonie da cui si sono tolti alcuni telaini per fare gli sciami, si procederà con il blocco di covata usando l’ingabbiamento o l’orfanizzazione. Dopo 24 giorni sarà possibile eseguire i trattamenti sia sui nuovi sciami che sulle colonie di partenza.
(5) Asportazione di covata E’ un caso particolare di sciamatura artificiale. Si procede togliendo dagli alveari tutti i telaini che hanno covata opercolata (anche poca), con le api sopra, usandoli per fare sciami artificiali, da gestire come descritto sopra, cioè portandoli ad almeno 3 chilometri di distanza e trattandoli dopo 24 giorni. Negli alveari di partenza resteranno solo i telaini con il miele o con la covata non ancora opercolata e la regina, qui sarà possibile trattare subito. ______________________________________________________ Si ringrazia la redazione di per le informazioni di cui sopra _______________________________________________________ Leggi la pagina informativa generale del Bollettino Apistico ___________________________________________________________ Il Bollettino Apistico è predisposto con il Progetto INTERREG ITA-SLO , Bee Diversity, di cui Veneto Agricoltura è leader in partenariato con Istituzioni e associazioni di Friuli e Slovenia. Ha l’obiettivo di realizzare un sistema transfrontaliero innovativo per il miglioramento e il monitoraggio della biodiversità negli habitat, con un focus specifico sulle api e sul rapporto tra pratiche agricole e vitalità delle loro popolazioni. Per la sua durata (2020-2022) sarà così possibile implementare ulteriori tecnologie e rilevare ulteriori dati da divulgare attraverso il Bollettino.
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