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Il vigneto veneto nel 2019 è arrivato a quota 97.348 ettari, continuando così l’andamento di forte crescita (+30% rispetto al 2010), grazie al potente traino rappresentato dalle varietà Glera e Pinot grigio, risultando così in controtendenza rispetto all’andamento nazionale (-5,7% in Italia rispetto al 2010). I numeri confermano l’egemonia dei vigneti a Glera e Pinot grigio, visto che attualmente rappresentano, rispettivamente, il +36,6% e +18,0% del totale delle superfici vitate in Veneto.
Gli esperti del settore stimano per questo ultimo anno una produzione di uva pari a 13,8 milioni di quintali, con un aumento del +5,1% rispetto al 2019 e una buona qualità delle uve, che ha dato vita a ottimi vini e, in alcuni casi, anche eccellenti. La produzione di vino veneta, stimata nel 2020 in 10,9 milioni di ettolitri, presenta un incremento produttivo del +5,6%, al contrario di quanto rilevato su scala nazionale, visto che il vino prodotto in Italia si è fermato a 46,6 milioni di ettolitri e con una decrescita del 2% rispetto a quanto registrato nel 2019.
Il prezzo medio alla produzione dell’uva del 2020 per l’intero Veneto è stato di 0,58 euro/kg, in linea con quello veronese (0,57 euro/kg), mentre a Padova la quotazione si è bloccata a 0,46 euro/kg. Treviso continua a detenere la leadership regionale della quotazione medie delle uve, con un valore d’acquisto di 0,71 euro/kg. Le uve DOC e DOCG hanno mantenuto maggiormente le variazioni del prezzo in territorio positivo, mentre per quelle IGT ha prevalso il segno meno.
Resta invariata la quotazione generale delle uve venete rispetto al 2019, con perdite rilevate a livello provinciale che vanno dal -2,0% per Verona al -1,3% di Padova. Solo Treviso nel 2020 presenta i prezzi in crescita del +2,5%, grazie al buon rendimento delle uve Doc e Docg (+7,5%).
Attualmente il contesto mondiale del mercato del vino è praticamente “ingolfato” dalla pandemia da COVID-19, che inevitabilmente ha rallentato le vendite interne e, di conseguenza, anche quelle internazionali. Le cantine hanno tanto prodotto invenduto dell’annata scorsa, con le giacenze che fortunatamente non verranno ulteriormente ingrossate dalla vendemmia 2020, che al momento sembra non essere abbondante. Anche la crescita esponenziale del commercio internazionale di vino veneto, come per quello italiano, paga le conseguenze di questo periodo di forti restrizioni, facendo segnare nei primi sei mesi dell’anno, dopo tanto tempo, un calo del -3,6% delle vendite all’estero, ma con la speranza per gli operatori vinicoli che questa perdita possa essere limata in positivo durante le prossime feste natalizie.
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