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In linea con le esportazioni italiane del settore vinicolo, anche nel 2019 si tiene costante il trend di aumento dell’export di vino veneto nel suo complesso, che ha registrato 2,35 miliardi di Euro di fatturato e un rialzo del +5% netto rispetto all’anno precedente. Di pari passo, anche i quantitativi sono saliti nell’ultimo anno (+15,8%) a fronte dei 788 milioni di kg di vino alienati. In conseguenza dei maggiori rialzi dei volumi rispetto all’incasso totale, si sono avuti dei ribassi dei prezzi medi di vendita, con quello medio totale che è arrivato a 2,99 €/l, con un decremento annuo del -9,4% e riportandosi così ai livelli del 2017.
Continua l’exploit dei vini spumante del Veneto, capeggiati dal Prosecco, che nell’ultimo anno realizzano un incasso complessivo di 920 milioni di euro e un aumento in valore del +5,0% rispetto al 2018. Se i quantitativi esportati di Prosecco crescono del +10,5% (239 milioni di kg), il prezzo medio, di contro, cala a 3,85 €/l (-4,9%).
Più stabile il mercato dei vini fermi in bottiglia, visto che ai quasi 1,30 miliardi di euro incassati dalle vendite all’estero nel 2019 corrisponde un rialzo del +5,7% rispetto all’anno precedente, con i volumi venduti che crescono del +9,3% (4 milioni di ettolitri totali), mentre il prezzo medio è calato del -3,2% (3,24 €/l).
Dando uno sguardo a quelli che sono i maggiori mercati di sbocco del vino veneto, con Stati Uniti, Regno Unito e Germania al comando della graduatoria, lo scenario odierno dell’export veneto si caratterizza per il forte accentramento delle vendite in questi tre Paesi, con tutte le conseguenze positive e negative che questa situazione può comportare. Negli ultimi dieci anni il mercato americano è cresciuto del +148,2%, con quello britannico salito del +227,5%, mentre si mostra più stagnante quello teutonico, che sale solo del +40% netto.
Com’era preventivabile, la pandemia da COVID-19 ha avuto strascichi anche per il comparto delle esportazioni di vino italiano, visto che nei primi sei mesi del 2020 il fatturato è sceso del -3,4% (2,91 miliardi di euro), con il Veneto che di pari passi perde introiti per il -3,6% (1,03 miliardi di fatturato) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Se nel primo semestre si sono rilevati i noti problemi per il settore della ristorazione, con gli incassi quasi azzerati nel periodo pasquale, attualmente gli attori principali del settore vinicolo nazionale sperano di risollevare le sorti delle loro vendite all’estero nel periodo natalizio, anche se la seconda ondata della pandemia e le relative restrizioni in atto non lasciano presagire buone cose.
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