Bollettino Colture Erbacee n. 14 del 6.3.19 – DI DIABROTICA

GEODISINFESTANTI/DIABROTICA/MAIS

In base ai principi della Difesa Integrata, la diabrotica va controllata (preventivamente o all’accertamento del superamento della soglia di danno) con la modulazione dell’avvicendamento colturale, che è di gran lunga la strategia tecnicamente più efficace, e senza utilizzare insetticidi come geodisinfestanti o concianti del seme o trattamenti contro gli adulti.

Pertanto il target della Difesa Integrata dalla diabrotica è: zero per cento di appezzamenti a mais trattati con insetticidi.

I rischi di attuazione della Difesa Integrata sono coperti dal Fondo Mutualistico Mais (boll. 11)

In dettaglio le fasi della Difesa Integrata:

A) INDIVIDUAZIONE AREE CON POPOLAZIONI SOPRA E SOTTO LA SOGLIA DI DANNO: VALUTAZIONE RISCHIO, MONITORAGGIO, CONFRONTO CON LE SOGLIE DI DANNO

La valutazione del rischio di danno per un appezzamento è principalmente legata alla incidenza della monosuccessione nella zona e quindi ai livelli di popolazione effettivamente raggiunti nell’area, come chiaramente evidenziato dai risultati della sperimentazione effettuata nella provincia di Treviso e descritta in modo dettagliato nel numero 10/2018 dell’ Informatore Agrario. È stato dimostrato che l’ovideposizione può interessare significativamente fasce di terreni non coltivate a mais per circa 20 metri a fianco di appezzamenti a monosuccessione. Tipologia dell’ibrido, epoca di semina, temperature pre-semina e post semina, tipo del terreno possono poi influire sul reale livello di rischio. È importante monitorare i livelli delle popolazioni con le trappole cromotropiche ed è stata individuata la soglia di danno pari a 6 adulti/trappola/giorno. Con valori al di sotto o vicini alla soglia, la possibilità di danno, per l’anno successivo, è ridotta. Mentre se si riscontrano valori nettamente al di sopra della soglia, occorre valutare la possibilità di modificare il piano colturale del prossimo anno, avvicendando il mais con altra coltura.

Nelle zone in cui è prevalente la monosuccessione di mais prolungata (ad es. zone con elevata presenza di zootecnia o con impianti a biogas alimentati principalmente con insilato di mais) il rischio è più elevato ed è opportuno monitorare con le trappole i mais che seguono mais.

B) VALUTAZIONE DELLA DISPONIBILITÁ DI SOLUZIONI AGRONOMICHE, BIOLOGICHE, FISICHE O COMUNQUE NON CHIMICHE PER SOSTITUIRE IL TRATTAMENTO CHIMICO OVE NECESSARIO INTERVENIRE

La strategia di difesa largamente più efficace di ogni altra è l’avvicendamento colturale.

Qualsiasi coltura diversa dal mais interrompe il ciclo dell’insetto e un solo anno di interruzione della monosuccessione di mais fa sì che il terreno interessato per due anni consecutivi non contribuisca alla emergenza di adulti. L’avvicendamento colturale risulta efficace sia come strategia di rotazione che previene il rischio dell’instaurarsi di popolazioni sopra la soglia di danno sia come intervento saltuario (avvicendamento soft) quando le popolazioni monitorate si avvicinano ai livelli di soglia. Oltre alla strategia agronomica principale e decisiva dell’avvicendamento, è disponibile anche una strategia biologica come la distribuzione di nematodi entomoparassiti alla semina. I primi risultati della loro applicazione in Veneto non sono stati positivi.

In sintesi la DI può essere attuata secondo due principali scenari:

A: una impostazione di base secondo il primo principio della Difesa Integrata, per cui preventivamente l’avvicendamento (ad es. frumento-mais-soia) è tale da impedire di avere popolazioni di diabrotica sopra la soglia di danno (di fatto sono avvicendamenti già presenti in diversi areali); a livello aziendale/territoriale ci sarà una scarsa incidenza del mais dopo mais e saranno sufficienti controlli saltuari con le trappole cromotropiche nei pochi appezzamenti a mais dopo mais per accertare il mantenimento di una popolazione sotto la soglia di danno (ciò è importante soprattutto se si è in vicinanza di zone a monosuccessione);

B: nelle aree in cui vi è apprezzabile incidenza della monosuccessione di mais e della superficie a mais nel suo complesso, si procederà al monitoraggio con le trappole del mais e al superamento della soglia di danno si attuerà negli appezzamenti interessati la rottura della monosuccessione: le sperimentazioni condotte in Veneto a livello territoriale hanno evidenziato come la “gestione flessibile” della rotazione consenta di tenere sotto la soglia di danno anche in un’area con fino al 50% di mais in monosuccessione (vedi Art. Informatore Agrario)

Pertanto in base alle conoscenze/riscontri pratici sopra descritti e a quanto indicato dall’allegato III della direttiva 128/2009 e la Raccomandazione 2014/63/UE, la DI dalla diabrotica non può che basarsi su strategie agronomiche (avvicendamento colturale) eventualmente integrate da trattamenti biologici. Le modalità e l’intensità delle strategie agronomiche e biologiche saranno modulate sulla base dei livelli di popolazione stimati con i monitoraggi.

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