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LA DIFESA INTEGRATA A PUNTATE PRINCIPI E APPLICAZIONI PRATICHE PER LE COLTURE ERBACEE
Insetticidi/piralide/mais (1)
Anche per la piralide (Ostrinia nubilalis) la Difesa Integrata prevede che eventuali trattamenti chimici possano essere effettuati solo dopo: A) la valutazione della loro necessità per mezzo di monitoraggi, modelli previsionali e osservazioni (scouting) delle colture che consentano di valutare l’eventuale superamento della soglia di danno; B) aver valutato la disponibilità di alternative agronomiche, meccaniche o biologiche al trattamento chimico nel caso la soglia sia stata effettivamente superata.
A) INDIVIDUAZIONE APPEZZAMENTI CON POPOLAZIONI SOPRA E SOTTO LA SOGLIA DI DANNO: VALUTAZIONE RISCHIO, MONITORAGGIO, CONFRONTO CON LE SOGLIE DI DANNO
La specie, molto polifaga (è in grado si svilupparsi su moltissime piante coltivate e non), è presente ovunque e facilmente si possono vedere i sintomi della presenza sulle piante di mais. I monitoraggi e le prove di controllo condotte dal 2011 ad oggi presso le aziende pilota e dimostrative di Veneto Agricoltura hanno evidenziato chiaramente che i livelli della specie variano fortemente a seconda delle zone e degli andamenti climatici di ciascun anno e che la convenienza dei trattamenti non vi sia in molti casi. Considerando gli ultimi 8 anni, in meno del 20% delle sperimentazioni su mais da granella condotte nelle aziende pilota il trattamento (eseguito nel momento di massima efficacia) ha migliorato la produttività. La pressione di popolazione di piralide, indicativa delle zone in cui sono situate le aziende, in base alle medie pluriennali è la seguente: medio-bassa a Vallevecchia (Caorle), medio-bassa a Diana (Mogliano Veneto), alta a Sasse Rami (Ceregnano). La zona dove costantemente le popolazioni sono più elevate è il sud–ovest della regione, nelle province di Rovigo, Padova, Venezia occidentale. In alcuni anni (2011 e 2014) in nessuna azienda è stata migliorata la produzione rispetto al non trattato. Considerata la sola azienda in zona ad alta pressione di popolazione il miglioramento produttivo vi è stato in meno del 50% dei casi. Per quanto concerne le micotossine e in particolare le fumonisine (generalmente più influenzate dal trattamento), il trattamento ha spesso ridotto i livelli quando ha migliorato le produzioni; negli altri casi le differenze sono state modeste, non in grado di incidere significativamente sul livello medio generale determinato dalla combinazione dell’andamento climatico e delle condizioni agronomiche. La convenienza del trattamento va pertanto valutata stagione per stagione, zona per zona, tenendo conto dei diversi fattori che incidono, a partire dal tipo di produzione:
Mais da foraggio uso zootecnico: rischio basso di danno anche nelle annate con popolazioni più elevate per le semine ordinarie;
Mais per uso energetico: ancor più bassa la probabilità della convenienza dei trattamenti;
Mais da granella per uso zootecnico: la convenienza del trattamento può esserci in zone con significativa pressione della piralide con ibridi non particolarmente tolleranti e/o condizioni agronomiche non ottimali;
Mais da granella per l’alimentazione umana: il trattamento, se effettuato nel momento più opportuno, aumenta la probabilità di restare sotto il limite massimo per consumo umano di fumonisine nella granella.
La Difesa Integrata si basa quindi sulla applicazione del modello previsionale (che è già stato avviato per la stagione 2018, si veda la piattaforma sperimentale AgriSERV) che consente di prevedere con sufficiente anticipo e precisione quando la presenza di larve coincide con le fasi più suscettibili agli attacchi del mais (nei prossimi giorni saranno date indicazioni precise sul momento adatto per i campionamenti al fine di valutare il superamento o meno della soglia di danno e sul momento ottimale per i trattamenti in caso di superamento della soglia – previsione a 7-10 giorni) e quindi stimare nel momento più opportuno il livello di popolazione e il rischio di un attacco sopra la soglia di danno (la percentuale di spighe con presenza di larve è un buon indicatore sul rischio di un danno in grado di ridurre la produzione e aumentare significativamente il contenuto di fumonisine e quindi sulla convenienza o meno del trattamento). Le sperimentazioni hanno evidenziato che per il mais destinato a granella per uso zootecnico, in cui la percentuale di spighe con presenza di larve o segni di erosione alla fine della fioritura è inferiore al 30-40%, mediamente non si registrano incrementi produttivi con il trattamento.
Allo stato attuale, nelle popolazioni prevalgono gli stadi larvali (quarto e quinto) della prima generazione.
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