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La vendemmia 2017 per tutto il territorio nazionale è stata caratterizzata da un clima sfavorevole, con gelata primaverile e torride temperature estive accompagnate dalla siccità, che ha influito negativamente sulla produzione viticola italiana.
Le stime di Assoenologi hanno previsto un calo della produzione di vino per l’Italia per oltre 15 milioni di ettolitri rispetto al 2016, pari a un -28% medio, con punte del -45% per Toscana, Lazio, Umbria e Sardegna. Per il Veneto la diminuzione si dovrebbe attestare su di un -20% netto, pari ad una produzione complessiva di circa 8,1 milioni di ettolitri.
Le condizioni climatiche estreme registrate hanno portato ad una vendemmia a “mosaico”, con alcuni contesti in cui si è prodotta uva di buona qualità, mentre in altre realtà si è avuta una maturazione non uniforme e di qualità inferiore agli abituali standard produttivi.
Le quotazioni delle uve in Veneto dell’ultima vendemmia sono quasi tutte in rialzo rispetto al 2016, anche in conseguenza del forte calo di produzione registrato e anche per la decisa spinta in avanti dell’export del vino regionale.
Dai dati statistici registrati presso le Borse Merci delle Camere di Commercio di Verona, Treviso e Padova, risulta un rialzo medio del prezzo delle uve venete pari al 22,6% per tutte le tipologie presenti in Veneto. Considerando le singole province, Verona evidenzia un aumento del 12%, mentre sono più consistenti quelli rilevati per Treviso (+27,5%) e Padova (+28,5).
Verona presenta un prezzo medio di uva raccolta di 0,77 euro/kg, anche Padova si mantiene intorno agli 0,69 euro/kg mentre Treviso si attesta a 1,06 euro/kg, mantenendo così la leadership regionale del prezzo delle uve.
Continua il “fenomeno” Prosecco, con crescite esponenziali per superfici interessate dalla Glera, principale cultivar della denominazione, della relativa produzione e del vero e proprio boom dell’export per questa tipologia di spumante. Infatti, a Treviso risultano tutte in crescita le quotazioni delle uve Glera rispetto al 2016, ma in misura diversa a seconda della tipologia: infatti, si va dal + 16% netto del Cartizze Docg al +18,3% del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Docg, per finire al +24,4% del Prosecco Doc. Per la provincia di Padova il prezzo medio della Glera atta a Prosecco Doc è salito nell’ultimo anno del 12,2%.
Per le varie tipologie di uve Doc veronesi, quelle utilizzate per la produzione dei vini rossi hanno avuto quotazioni in aumento (Bardolino +23,5%, Valdadige rosso +11,1%), o stabili (Valpolicella, Amarone e Recioto). Per i bianchi, risultano in lieve salita il prezzo del Lugana (+5,4%) e del Valdadige bianco (+11,1%), mentre è più consistente la crescita delle altre denominazioni (Custoza +21,0%, Durello +38,9% e Soave +42,9%).
Nel trevigiano sono ottimi i rialzi rilevati per le quotazioni delle uve raccolte da impianti di pianura, con aumenti compresi in un range tra il +23,8% rilevato per il Raboso e il +60% raggiunto dal Tai Igt. Per le cultivar allevate in collina ed utilizzate nelle più preziose denominazioni Docg, vanno rimarcati gli aumenti del prezzo al kg fatti registrare dal Pinot bianco e Chardonnay atto al taglio coi Docg (+27,1%) e del Pinot grigio Doc (+39,1%).
Anche la piazza di Padova fa segnare degli ottimi incrementi delle quotazioni medie, con rialzi dei prezzi registrati per il Cabernet (+71,4%) e, ancor di più, per le varietà generiche bianche (+83,3%) e rosse (+83,7%).
Per le cultivar che rientrano nella denominazione Colli Euganei Doc, è consistente la crescita delle quotazioni medie di Moscato (+36,0%), Merlot (+36,5%), Pinot bianco e Chardonnay Doc (+52,6%).
Invece, per le denominazioni garantite, le uve della varietà Friulara Docg Bagnoli presentano l’unica variazione negativa delle quotazioni rispetto al 2016 (-18,3%), mentre di contro quelle delle uve utilizzate per il Colli Euganei Fior d’Arancio Docg sono in crescita del +26,1%.
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