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Pubblicato il nuovo report dell’Osservatorio Socio Economico della Pesca e dell’Acquacoltura di Veneto Agricoltura sul comparto veneto nel 2015. In ripresa la produzione, frena il calo della flotta. La riduzione dello sforzo di pesca e il fermo pesca cominciano a dare i frutti auspicati.
Buono il rialzo di produzione fatto segnare dai mercati ittici veneti, mentre la flotta marittima frena l’annosa discesa del numero dei pescherecci. Sono questi i due punti salienti del nuovo rapporto “La Pesca in Veneto 2015”, curato dall’Osservatorio Socio Economico della Pesca e dell’Acquacoltura di Veneto Agricoltura, che fa una panoramica sul comparto ittico regionale. Più in dettaglio, anche nel 2015 è continuata l’inversione di tendenza in atto negli ultimi anni in cui, a parte qualche comparto ancora in affanno, il settore ittico veneto mostra segni produttivipositivi e di ripresa. Tutto ciò può ricondursi sia alla riduzione dello sforzo di pesca che alle politiche di fermo pesca adottate in Alto Adriatico, che insieme hanno iniziato a dare i frutti auspicati.Il Distretto di Pesca Nord Adriatico, negli ultimi anni, ha infatti concertato con i produttori delle locali marinerie misure di fermo specifiche e in linea con le caratteristiche del Mare Adriatico, riuscendo a utilizzare la propria quota di finanziamenti in capo al Fondo Europeo per la Pesca per la demolizione di barche dello strascico che operavano sotto costa.
Nel 2015 la flotta marittima, dopo un quindicennio di forte calo, con le 659 imbarcazioni rilevate risulta in salita dello 0,2% rispetto all’anno precedente.Anche la produzione locale delle marinerie venete sbarcata nei sei mercati ittici regionali ha registrato un buon aumento produttivo del 6,6% (23.847 t di produzione) e del fatturato del 6,5% (52,1 milioni di Euro). A determinare questi rialzi produttivi hanno contribuito in maniera decisiva i mercati di Chioggia e, ancor più, di Pila-Porto Tolle (+16,3% per i quantitativi). Il grosso dell’aumento produttivo è dovuto al pesce azzurro (+22,2%), comparto importante e distintivo del panorama Adriatico, dato che circa un quarto delle volanti presenti risulta essere veneto.
Nell’ambito dell’allevamento, la produzione regionale della venericoltura nel 2015 è stata pari a 15.699 t, con una lieve perdita annua del -1,8%. Molto più brusca la diminuzione di produzione registrata dalla mitilicoltura regionale, il cui deciso calo è dovuto ad una fortissima mareggiata registrata ad inizio febbraio 2015. Infatti, alla produzione complessiva di 7.064 t di mitili si associa una perdita annua del -59,8%. In leggero incremento le imprese del primario ittico che, con 2.999 unità, segnano un +1% netto. Rimbalzo in territorio positivo nell’ultimo anno per il settore della vongola di mare, dove alle 3.285 tonnellate totali si associa un rialzo del 12,2%. L’evidente aumento produttivo è dipeso dall’oculato prelievo della risorsa da parte dei due Co.Ge.Vo. veneti, che annualmente si impongono ben quattro mesi di fermo biologico. Con le 886 tonnellate registrate nell’ultimo anno, è in calo del -9,5% la produzione di fasolari, anche per via di una politica di stabilizzazione del prezzo operata dalla Organizzazione dei Produttori del settore.
Il report completo può essere scaricato dal seguente indirizzo internet: https://www.venetoagricoltura.org/basic.php?ID=6466
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