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15 prodotti a marchio UE, 110 tradizionali, il 15% del valore totale della produzione agricola, più del vino. Bilancia commerciale, +50mio/€. Un sistema di eccellenza che pensa anche all’innovazione: IV gamma, marmellate, conserve, etc. Domani ad Expo (Padiglione delle Regioni, ore 11) la presentazione della Regione con Veneto Agricoltura della filiera ortofrutticola che chiude le presentazioni delle perle del primario nella Settimana del Veneto all’esposizione Universale di Milano. Tutti i dati.
Sono ben quindici i prodotti a denominazione di origine europea riconosciuti nella nostra regione. Domani ad Expo (Padiglione delle Regioni, ore 11) la presentazione della Regione con Veneto Agricoltura della filiera ortofrutticola che chiude le presentazioni delle perle del primario regionale nella Settimana del Veneto all’esposizione Universale di Milano. Oltre alle ben note indicazioni UE legate al Radicchio (Rosso di Treviso, Variegato di Castelfranco, di Verona e di Chioggia), tutte IGP, come anche l’Insalata di Lusia, ci sono gli Asparagi, quello Bianco di Bassano DOP e quelli IGP di Badoere e Bianco di Cimadolmo, l’Aglio bianco Polesano DOP e il Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese IGP, i Marroni (di San Zeno DOP, di Monfenera IGP e Combai IGP), la Ciliegia di Marostica (IGP) e la Pesca di Verona (IGP). A questi si aggiungono circa 110 prodotti tradizionali orticoli e frutticoli, oltre alle numerose produzioni biologiche o a lotta integrata, volte a garantire la conservazione delle varietà tipiche e una continua attenzione all’ambiente e al territorio di coltivazione.
Il comparto ortofrutticolo veneto – 25.500 ettari investiti a colture orticole (di cui circa il 15% in serra), e altri 20.000 circa in produzione a colture frutticole, con appena il 6% delle superfici regionali agricole, genera quasi il 15% del valore della produzione agricola regionale. E se si considerano solo le produzioni vegetali, ortaggi e frutta assieme contribuiscono a generare la quota maggiore di valore della produzione, più del vino e di frumento e mais: 29% del totale, contro il 27% del vitivinicolo e il 26% del cerealicolo.
Per alcune colture il Veneto primeggia a livello nazionale: ovviamente la nostra regione è leader nella produzione di radicchio, con oltre il 50% delle superfici (più di 7.000 ettari coltivati nel 2014) e il 40% della produzione italiana; la fragola (18% della superficie e 16% della produzione nazionale) e l’asparago. Il Veneto è leader anche in qualche produzione di nicchia, soprattutto in serra, come ad esempio la bietola da costa, il cetriolo da mensa e la valeriana, dove siamo secondi dietro la Lombardia. Il Veneto è anche primo produttore di funghi di coltivazione, con quasi il 50% della produzione nazionale. E’ al secondo posto invece, dopo Trentino-Alto Adige, per la produzione di melo (10% delle superfici e 6% della produzione) e di pero: il 10% sia della superficie che della produzione nazionale è veneta, che ci posiziona dietro l’Emilia-Romagna.
La bilancia commerciale di prodotti ortofrutticoli della nostra regione presenta un saldo costantemente positivo, anche se in leggera flessione negli ultimi anni e nel 2014 ha superato i 50 milioni di euro, grazie a oltre 620 milioni di euro di esportazioni a fronte di circa 570 milioni di euro di importazioni.
Ma il sistema veneto è forte anche per quanto riguarda le fasi della filiera a valle di quella produttiva agricola. Le Organizzazioni dei Produttori (OP) venete aggregano quasi il 50% della produzione regionale, per un valore della produzione commercializzata di circa 375 milioni di euro e sempre di più riescono ad arrivare direttamente alla Distribuzione Moderna, attraverso la quale realizzano ormai il 40% delle vendite.
Le esportazioni sono in ripresa e raggiungono il 20% del prodotto aggregato, mentre la quota di vendite all’ingrosso a centrali di acquisto o tramite i mercati ortofrutticoli, pur rappresentando ancora circa il 30% del totale, è in continuo calo.
Senza dimenticare gli aspetti legati all’innovazione, che fanno del Veneto una regione capace di coniugare perfettamente tradizioni agricole con una tensione costantemente rivolta verso il futuro. Sono infatti presenti sul territorio alcune delle più importanti aziende a livello nazionale di trasformazione industriale di prodotti orticoli e frutticoli, che diventano prodotti di IV gamma, lavati e pronti all’uso, piuttosto che marmellate o conserve vegetali sott’olio e sott’aceto.
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