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LA DIFESA INTEGRATA A PUNTATE PRINCIPI E APPLICAZIONI PRATICHE PER LE COLTURE ERBACEE (18)
Diserbanti/Infestanti/mais I principi base della difesa integrata dalle infestanti nelle colture a interfila larga è stata discussa con il bollettino 11. Si è evidenziato come attualmente l’applicazione della DI si possa concretizzare principalmente nella attuazione di soluzioni fisiche (meccaniche) oltre che agronomiche (avvicendamento). Soprattutto nel mais seminato con interfila a 70-75 cm bisogna sfruttare al massimo gli interventi meccanici, cioè le sarchiature e le rincalzature . Lungo la fila si può utilizzare il diserbo chimico con dosi ad ettaro molto più contenute anche del 70-80%. Queste dosi si possono ulteriormente ridurre se si ricorre, nella logica dell’agricoltura di precisione, alla guida assistita o semi-automatica che consente di arrivare con la sarchiatrice a pochi cm dalla pianta (all 1). La localizzazione alla semina è consigliabile ovunque e in particolare nelle zone dell’alta pianura dove è particolarmente importante evitare la contaminazione delle falde. In queste aree bisogna poi, nella scelta dell’erbicida, combinare l’efficacia verso le malerbe chiave (Abutilon, Sorghum, Cyperus, ecc) con le caratteristiche chimico- fisiche della molecola e cioè dare la preferenza ad erbicidi con alto Koc e bassa persistenza. Più il Koc (coefficiente di ripartizione carbonio organico/acqua) è alto più l’erbicida è bloccato dai colloidi del terreno e meno segue l’acqua di lisciviazione. Ovviamente la persistenza è utile dal punto di vista agronomico ma non da quello ambientale. Il ricorso al diserbo del mais in generale e soprattutto nelle “aree vulnerabili” deve raggiungere un compromesso virtuoso tra esigenze agronomiche ed ambientali. Un ‘altra manovra che si può utilizzare per ridurre il rischio da contaminazione delle falde, è di spostare tutta la lotta in post- emergenza puntando ancora sulla localizzazione lungo la fila. Utile in ogni caso può essere anche il diserbo in post-emergenza su tutta la superficie: il vantaggio ambientale è legato al fatto che parte dell’erbicida, intercettato dal mais e dalle malerbe, non raggiunge il terreno: dal punto di vista ambientale ciò equivale ad una riduzione delle dosi di impiego. Il mais è una coltura “privilegiata” disponendo di numerosi erbicidi con meccanismi di azione diversi. La disponibilità di erbicidi permette all’agricoltore di 1) ottimizzare aspetti agronomici ed ambientali, 2) impostare una reale rotazione dei meccanismi di azione in funzione antiresistenza, 3) contrastare nel mais malerbe più difficilmente eliminabili in altre colture ( Cyperus spp, Acalypha virginica, Calystegia sepium…). Nei terreni con semina su sodo il consiglio è di seminare su terreno sgombro da malerbe e quindi non aspettare troppo a seminare dopo il disseccamento della vegetazione presente. Ogni giorno perso è a favore delle malerbe.
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