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Le specie esotiche sono una delle principali emergenze ambientali, causa di perdita di biodiversità: dalla zanzara tigre, alle alghe tossiche, all’ailanto, etc. A difesa le nuove norme UE in vigore del 1° Gennaio. Workshop venerdì a Veneto Agricoltura (Corte Benedettina, Legnaro, PD).
Le specie esotiche (dette anche alloctone, o aliene) sono specie introdotte, volontariamente o involontariamente, dall’uomo in aree situate al di fuori del loro ambiente originario. Le specie aliene costituiscono attualmente una delle principali emergenze ambientali.
Per questo Veneto Agricoltura propone per venerdì 27 febbraio, ore 9.00 in Corte Benedettina, Legnaro (PD) un workshop di approfondimento con i maggiori esperti universitari su “ Il nuovo regolamento europeo n. 1143/2014 sulle specie esotiche invasive: implicazioni gestionali”. Infatti la UE è impegnata a prendere tutte le opportune misure per garantire la conservazione degli habitat delle specie di flora e fauna selvatica; proprio per questo ha recentemente approvato il Regolamento sopra riportato per “prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive” entrato in vigore dal 1° gennaio 2015.
In realtà le specie esotiche sono considerate dalla comunità scientifica internazionale una pesante causa di perdita di biodiversità a scala globale portando ad una graduale degradazione ed alterazione degli habitat e al declino delle specie native a volte fino alla loro estinzione, provocando una omogeneizzazione della fauna e della flora mondiale. Di particolare rilevanza risulta inoltre l’impatto che le specie aliene invasive possono avere sulla salute umana e sulle attività economiche, causando forti danni ai prodotti agricoli o alle foreste.
Queste specie, oltre ad entrare in concorrenza diretta con alcune delle nostre specie, possono alterare lo stato degli habitat e degli ecosistemi naturali.
In Italia sono note le invasioni da parte di quelle specie aliene che comportano anche un rischio per la salute pubblica, come nel caso della zanzara tigre, o delle alghe tossiche trasportate nelle acque di zavorra delle grandi navi commerciali. Molto conosciute sono anche le situazioni per cui specie introdotte in Italia per allevamento a scopo alimentare sono riuscite a fuggire e a diffondersi. E’ il caso del gambero della Louisiana, della tartaruga dalle orecchie rosse o della nutria, ma il fenomeno è particolarmente rilevante nel mondo vegetale. Molte piante sono state infatti introdotte intenzionalmente per scopi agricoli, selvicolturali o ornamentali come adesempio la robinia o l’ailanto.
Per una lista completa delle specie invasive italiane si vedail sito DAISIE, www.europe-aliens.org
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