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Ma crescono imprese (non in Friuli VG) e imbarcati; calano però le giornate in mare. E sale l’import. I dati dal Report dell’Osservatorio di Veneto Agricoltura: “La Pesca in Alto Adriatico”.
“La Pesca in Alto Adriatico” è l’eloquente titolo che Veneto Agricoltura ha dato al Report appena diffuso attraverso il proprio sito (https://www.venetoagricoltura.org/). Realizzato dal suo Osservatorio Socio Economico della Pesca e dell’Acquacoltura che ha sede a Chioggia (Ve), il Report propone un’analisi congiunturale sulla filiera ittica nonché tutte le componenti socio economiche del comparto ittico delle Regioni litorali del Nord Adriatico (Veneto, Friuli V.G., Emilia Romagna).
Cosa emerge? Anzitutto il dato preoccupante, a conferma di un trend in atto da tempo, che la flotta alto adriatica continua a perdere unità marittime. Nel 2013 il parco complessivo è di 1.784 imbarcazioni, consistenza questa che indica una perdita nel periodo 2001-2013 di ben oltre un terzo (-33,6%) dei natanti.
Altalenante invece la situazione dei transiti di prodotti ittici nei Mercati Ittici del Nord Adriatico, che evidenzia anche il simile andamento produttivo dei molluschi bivalvi in mare e in laguna.
In Veneto ed in Emilia–Romagna le imprese della filiera ittica risultano in crescita nel periodo di confronto 2005–2013, essenzialmente grazie alle imprese dell’acquacoltura, che si sono rivelate una vera e propria valvola di sfogo per i pescatori in crisi; calano invece in Friuli Venezia Giulia, –13,2%, dato in linea con la situazione congiunturale italiana.
Altro item apparentemente contradditorio è quello degli “imbarcati” cioè i lavoratori del settore che operano in mare. Il loro numero risulta mediamente in crescita nel biennio 2011-2012, ma le giornate di pesca sono in costante calo anche in conseguenza dei periodi di “fermo biologico” attuati però in una chiave di salvaguardia della risorsa ittica, e quindi anche del lavoro.
La retribuzione media mensile (periodo 2007-2012) si presenta in rialzo per quasi tutte le categorie occupazionali che sono state oggetto di studio; tranne per i dirigenti impegnati nella lavorazione (-8,8%) e gli operai del commercio (-1,0%).
Per quanto concerne il commercio con l’estero di prodotti ittici, le tre Regioni alto adriatiche presentano un saldo della bilancia commerciale costantemente negativo; sono anch’esse quindi dipendenti dal prodotto estero (elevate importazioni).
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