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Nel 2012 il numero di soci aderenti alle OP venete è sceso a 4.244 unità, -5,6% rispetto al 2011, un numero comunque aumentato di oltre 500 unità negli ultimi otto anni (+15% circa). La base associativa delle Organizzazioni di Produttori (OP) ortofrutticole in Veneto è rimasta la stessa, in particolare per quanto riguarda il numero di strutture cooperative o altri tipi di società (confermandosi a 61) che associano oltre 3.300 produttori (un numero inferiore di circa 600 unità rispetto all’anno precedente). Continua invece ad aumentare il numero di aziende agricole individuali aggregate ad una OP (905 nel 2011), in crescita di circa il 55% nell’ultimo anno. Tale dinamica pone degli interrogativi sulla effettiva capacità delle strutture cooperative di realizzare una aggregazione di primo livello economicamente conveniente per le aziende agricole.
Le superfici investite sono salite nel 2012 a 15.012 ettari; aumentando del 2% rispetto all’anno precedente. Si tratta del livello più alto degli ultimi anni, secondo solo al 2010. Analizzando separatamente i due comparti (fig. 2), le superfici investite a frutta si sono riportate a circa 8.615 ettari (-1% rispetto al 2011), il livello più basso degli ultimi otto anni. In crescita invece gli investimenti ad ortaggi, che sfiorano i 6.400 ettari (+6% rispetto al 2011); a dispetto dell’aumento dei costi energetici, cresce l’incidenza delle superfici protette (41% del totale).
Le quantità commercializzate dalle OP si sono attestate a circa 412.000 tonnellate (+2% rispetto al 2011), ristabilendo il trend crescente dopo il calo registrato nel 2011(fig. 3).
E’ aumentato anche il valore della produzione commercializzata (VPC) che si è attestato a circa 360 milioni di euro (+5% rispetto al 2011), ristabilendo un trend di crescita che ha visto tale valore aumentare ininterrottamente fino al 2010 prima della lieve calo registrato nel 2011. E’ aumentato di una unità il numero di OP, che sono ora 19; nonostante ciò il VPC medio per OP è rimasto pressoché invariato, attestandosi anche nel 2012 a 19 milioni di euro. Aumenta lievemente la quota di valore della produzione regionale aggregata dalle OP, che raggiunge il 47%, e che negli ultimi tre anni si mantiene stabilmente sopra il 40%, confermandosi così ai livelli dei paesi più virtuosi nell’UE-27 (fig. 4).
In merito ai canali di commercializzazione, continua ad aumentare il valore dei prodotti veicolati attraverso la Distribuzione Moderna (DM), che ha superato i 137 milioni di euro (+1,4% rispetto al 2011, fig. 6), con una quota vicina al 40% sul totale. Il valore di vendite all’ingrosso effettuate attraverso mercati ortofrutticoli o centrali d’acquisto è aumentato del 15% (127 milioni di euro) e vede risalire la propria quota di vendite sul totale commercializzato (32%). Dopo il calo del 2011, sono tornate ad aumentare anche le vendite destinate all’esportazione (64 milioni di euro, +2,7%), la cui quota scende tuttavia al 17,9% del totale, mentre sono in forte calo le vendite destinate all’industria di trasformazione (27,5 milioni di euro, -21,6%) a scapito dei prodotti trasformati direttamente dalle stesse OP, aumentati del 38% nel 2012 (3,2 milioni di euro, 0,9% del totale). Residuale (1,6%) ma in forte aumento la quota di vendite effettuate al dettaglio tradizionale (5,7 milioni di euro, +75%).
Analizzando il VPC per singolo prodotto (fig 7), notiamo che le insalate[2] non sono più il prodotto con il maggiore VPC aggregato a livello regionale (43,5 milioni di euro), registrando un calo del 14,7% rispetto al 2011. Esse sono state superate dai funghi (43,7 milioni di euro ed un +6,7% rispetto al 2011), mentre al terzo posto troviamo le mele (36,3 milioni di euro, -12,4%). Incrementi record vengono registrati per i radicchi che nel 2012 presentano un VPC aggregato a livello regionale più che raddoppiato rispetto al 2011 (oltre 25 milioni di euro), per i meloni (7,5 milioni di euro, triplicato rispetto al 2011) e per le ciliegie, il cui VPC (2,6 milioni) è più che quadruplicato rispetto all’anno precedente. Discreti incrementi per pere (15,6 milioni di euro, +18,4%), pomodori (9,6 milioni di euro, +28%), zucchine(+22%), spinaci(+18%) e peperoni(+17%). Si presenta in forte calo il VPC aggregato di piante aromatiche (1,1 milioni di euro, -62%), noci (5,3 milioni di euro, -62%), cavoli e cavolfiori (2,1 milioni di euro, -82,3%) e in maniera meno rilevante anche quello di cipolle (-15,6%), fragole (-5,9%) e kiwi (-5,5%).
Confrontando la quota di VPC distinta per prodotto aggregato dalle OP rispetto al valore della produzione generato a livello regionale, è possibile affermare che il valore dell’insalata e lattuga aggregate dalle OP, nonostante il calo, rappresenta la quasi totalità del valore del prodotto regionale (92,3%). Anche mele (55,2%) e funghi (55,2%) mostrano un elevato grado di aggregazione, con le prime che perdono sei punti percentuali rispetto al 2011, mentre i secondi aumentano la quota aggregata di dieci punti percentuali. Da segnalare il forte aumento dei radicchi (43% dell’intera produzione regionale, mentre nel 2011 tale quota era solo del 17%), mentre scende dal 56% al 37% la quota aggregata dalle fragole. Diminuzione anche per quanto riguarda pere (26%) e kiwi (15%), mentre è in crescita la quota aggregata sia di pomodori che di meloni (fig. 8). È importante segnalare la perdita di VPC aggregato avvenuta in maniera diffusa per i frutti, perché questo avviene in un contesto di aumento del valore della produzione generale: ciò significa che c’è stata una perdita di capacità di aggregare le produzioni regionali da parte di quelle OP che trattano prodotti frutticoli.
Per quanto riguarda gli investimenti, gli aiuti ricevuti dalle OP nel 2012 hanno raggiunto i 23 milioni di euro (+18,5% rispetto al 2011), un aumento dovuto all’incremento del VPC complessivamente aggregato dalle OP. Rispetto al 2011, c’è stato un andamento crescente più generalizzato, praticamente per tutte le voci con la sola eccezione degli investimenti per prevenire e gestire la crisi (-5%). Continuano a prevalere gli investimenti per migliorare e salvaguardare la qualità dei prodotti (8 milioni di euro, +22%), seguiti da quelli rivolti a migliorare le condizioni di commercializzazione (5,8 milioni di euro, +18,2%). Le azioni ambientali (gestione dei rifiuti, produzione biologica/integrata,…) attirano investimenti per 4,3 milioni di euro (+27%), mentre le azioni intese a pianificare la produzione sfiorano i 3,4 milioni di euro (+7,3%). In forte aumento gli importi destinati a ricerca e produzione sperimentale (37.200 euro, +50%), formazione (23.200 euro, +68%), e le altre voci d’investimento che raggiungono i 450.000 euro (50%) pur rimanendo comunque residuali sul totale degli investimenti.
[1] Il report è stato realizzato da Renzo Rossetto e Giulio Barutta, stagista dell’Università degli Studi di Padova (corso di laurea in Statistica, Economia e Finanza) presso il settore Economia, Mercati e Competitività di Veneto Agricoltura.
[2] Sono comprese le insalate da taglio (baby leaf, rucola, valeriana,…); sono dunque escluse le sole lattughe a cappuccio (inserite nella voce “lattughe) e le cicorie (inserite nella voce “radicchi”)
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