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Veneto Agricoltura ha presentato l’andamento 2012 nel NordEst e nel resto d’Italia. Le alte temperature e la siccità hanno inciso sulla quantità (punte di -50% sui Colli Euganei e in Friuli-Venezia Giulia). La qualità fa ben sperare, ma meno acidità e grado zuccherino. Da rivedere i sistemi colturali. Tutti i dati on line.
E’ ora di finirla di parlare di buona o cattiva vendemmia come avviene regolarmente ogni anno in questo periodo. Parola di esperti. E’ invece più corretto fare riferimento al “timbro” che ogni annata lascia sulle uve e dunque sul vino che si produrrà. La vendemmia 2012, visto l’andamento climatico di un’estate che ha portato alte temperature e pochissime piogge (mancano all’appello 255 mm di acqua da ottobre 2011 ad agosto 2012, rispetto all’annata precedente, mai così in basso dal 1993), lascerà senz’altro un suo “timbro” del tutto particolare. In sostanza, le uve bianche già raccolte, che hanno sofferto pesantemente lo stress idrico e termico estivo, lasceranno sui vini una timbratura carica di aromi che ricordano la frutta tropicale matura. Le uve nere invece, ancora da vendemmiare e avvantaggiate dalle piogge di questi ultimi giorni, godranno un timbro orientato alla morbidezza con più tannici che alcolici. Complessivamente si registraquest’anno una minore gradazione zuccherina e una diminuzione di acidità.Al tradizionale convegno – unico in Italia – sulle previsioni vendemmiali nel NordEst e nel resto d’Italia, svoltosi oggi a Legnaro (Pd) e promosso come sempre da Veneto Agricoltura, Regione Veneto e Ente CRA-Vit di Conegliano, emerge quindi questo nuovo modo di “leggere” la vendemmia.
“Il vigneto veneto rappresenta una vera e propria miniera d’oro a cielo aperto, ha detto in apertura Paolo Pizzolato, Amministratore Unico di Veneto Agricoltura; un tesoro di ben 75.400 ettari che nel 2011 ha prodotto 1,13 milioni di tonnellate di uva pari a 8,68 milioni di ettolitri di vino di qualità, di cui il 41,8% a Denominazione di origine e il 41,1% a Indicazione geografica. L’export, sempre nel 2011, è stato di 1,33 miliardi di euro, posizionando la nostra Regione al primo posto in Italia con circa il 30% del valore complessivo delle esportazioni. Parlare di vino, di marketing del vino, di vendemmia, di OCM Vitivinicolo, di problematiche legate al comparto è dunque una faccenda seria e importante. Veneto Agricoltura lo sta facendo da molti anni promuovendo, tra l’altro, questi incontri unici nel loro genere agli operatori del settore”.“E comunque, più che il deficit idrico – ha sottolineato Diego Tommasi del CRA-vit di Conegliano – nella vendemmia 2012 ha inciso il deficit termico (le giuste temperature per le diverse fasi di maturazione dell’uva), e lo si vede dalle conseguenze evidenti anche sui vigneti irrigati, al punto da mettere in discussioni le tecniche colturali per le prossime stagioni”.
Ma se la qualità delle uve è dunque data dal “timbro” dell’annata, la quantità stimata di prodotto raccolto continuerà ad essere legata ai numeri, che quest’anno parlano chiaro. A causa di un’estate particolarmente siccitosa, la vendemmia 2012 si annuncia, rispetto allo scorso anno, generalmente in calo (-12 / 15% le uve bianche e -8 / 10% le uve rosse) e in alcune aree addirittura in forte riduzione. L’analisi dei dati illustrati dai tecnici oggi a Legnaro evidenzia che nei vigneti non irrigati del Veneto, ma anche delle altre regioni del NordEst, il calo produttivo si farà fortemente sentire come detto, con punte che rischiano di raggiungere anche il –50%. Con dei distinguo a seconda delle diverse aree di produzione. Vediamo.
Nel padovano la riduzione dovrebbe essere del 30% per le uve nere e del 40% per quelle bianche; sui Colli Euganei, dove da fine maggio fino alla scorsa settimana non ha praticamente quasi mai piovuto, il calo potrebbe raggiungere anche il 50%. Nel rodigino i vigneti irrigati potrebbero quest’anno rendere il 10% in meno rispetto allo scorso anno, ma quelli che non hanno potuto beneficiare dell’irrigazione assistita rischiano di arrivare al –30%. Nella Marca trevigiana, in particolare nell’areale del Prosecco DOCG, dove da metà giugno a metà agosto sono state registrate temperature medie di 31°, le varietà precoci (Pinot e Chardonnay) hanno subito un calo cha varia dal 20 al 30%. Nel veneziano il calo produttivo è invece stimato attorno al 20-25%, mentre nel vicentino del 10-15%. Nei vigneti irrigati del veronese la riduzione non dovrebbe raggiungere il 10% ma sarà anche del 15% in quelli che hanno subito un forte stress idrico e termico.
Per quanto riguarda la glera (Prosecco) si dovrebbe avere una produzione in Veneto nel 2012, rispetto al 2011, inferiore del 10% (-5% a Treviso); -16% il pinot grigio, -10% chardonnay, -10% garganega, -5% corvina e corvinona, invariata la raccolta di merlot.
Quasi ovunque nel Veneto le uve si presentano sane, con ottima gradazione zuccherina, buona acidità e pigmentazione. Saranno determinanti le condizioni meteorologiche dei prossimi giorni, ma le analisi degli addetti ai lavori fanno ben sperare. Del resto, nel Veneto quando si parla di settore vitivinicolo si fa riferimento a numeri importanti. Anche in Friuli-Venezia Giulia e in Trentino-Alto Adige la vendemmia, sotto il profilo quantitativo, è annunciata in calo. I viticoltori friulani “piangono” un calo che potrà raggiungere punte del 50% nei vigneti non irrigati e il 25-30% negli altri. Nelle province di Trento e Bolzano il calo stimato dovrebbe essere del 10%.Assolutamente interessante per tutti gli operatori vitivinicoli presenti all’incontro promosso da Veneto Agricoltura, sono risultati i collegamenti in videoconferenza effettuati con vari esperti del Piemonte, Toscana, Puglia e Sicilia, vale a dire le principali regioni viticole italiane, nonché una parentesi internazionale con gli esperti di Spagna (grande calo produttivo, -20/25%) e Francia (annata discreta). Un modo per avere un quadro completo della vendemmia 2012.
AAA: Tutti i dati provincia per provincia e le slides delle relazioni sono disponibili in: https://www.venetoagricoltura.org/basic.php?ID=4114
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