13.06.2012 Vendemmia veneta 2012, finalmente nella norma


Dopo anni di vendemmie anticipate, ondate di calore e alternanze di siccità e abbondanti piogge finalmente si prospetta una vendemmia regolare. Manzato, serve un “polo vitivinicolo veneto”. A Conegliano (Veneto Agricoltura, Regione,Cra-Vit,Università di Padova) il punto e i dati per la prossima vendemmia.

“Quando parliamo dell’enologia veneta facciamo riferimento al più prestigioso tra i settori agroalimentari della nostra Regione, che vale circa 1 miliardo e 350 milioni di euro solo in export e copre il 30% delle esportazioni nazionali in quantità e valore. Noi riteniamo ci siano tutti gli spazi per farne un comparto ancora più prestigioso in termini di immagine del made in veneto e made in italy, capace di implementare il valore aggiunto delle aziende del nostro territorio, per questo la creazione del polo vitivinicolo veneto costituisce un passaggio essenziale e strategico.” E’ all’interno di questo quadro, dipinto dall’Assessore regionale all’Agricoltura, Franco Manzato, che si inserisce il convegno “ Lo stato del vigneto veneto e prime previsioni produttive per il 2012” tenutosi oggi a Conegliano (TV) e promosso da Veneto Agricoltura, tramite il suo sportello Europe Direct Veneto, d’intesa con la Regione Veneto, CRA-Vit, e l’Università di Padova, sede di Conegliano.

Il convegno è il primo di una serie di tre incontri (Trittico vitivinicolo) che Veneto Agricoltura e Regione Veneto organizzano ogni anno a favore del settore al fine di monitorare tutte le diverse fasi: dalla salute del vigneto, alla raccolta dell’uva, al marketing.

In apertura dei lavori, Paolo Pizzolato, Amministratore Unico di Veneto Agricoltura, ha affermato che “eccellenza e alta qualità sono le due parole che meglio rappresentano il settore vitivinicolo veneto e questo grazie anche all’impegno e alla professionalità dei numerosi studi e ricerche condotti da Veneto Agricoltura in collaborazione con le Università e gli istituti di ricerca regionali”.

Il convegno, che ha visto una grande partecipazione di operatori del settore, è servito ha fare il punto su una serie di tematiche utili al comparto, a cominciare dall’andamento meteorologico. Come ha sottolineato Francesco Rech, del Centro Meteorologico di Teolo, se la scorsa annata viticola era stata definita “bizzarra”, quella del 2012 non lo è da meno, dimostrandosi del tutto “imprevedibile”, visto l’attuale andamento che stenta a trovare una stagionalità. La vite sta comunque reagendo bene all’andamento climatico altalenante, caratterizzato dalle temperature non certo elevate di questi giorni e lo stato di proclamata siccità (deficit di 150 mm rispetto al 2011) che dovrebbe interessare il Veneto fino a fine mese.

L’aspetto più importante da mettere in luce, come ha ricordato Patrick Marcuzzo del CRA-Vit, è che comunque la fase vegetativa della vite in queste settimane risulta essere continua, mostrando di poter sostenere sia la pianta che il grappolo. La germogliatura presenta, rispetto al 2011, tre giorni di ritardo e si presumono quali date di raccolta delle uve il 27 agosto per lo Chardonnay e il 12 settembre per il Merlot. Per quanto riguarda le stime di produttività la tendenza della regione veneto è simile a quella dello scorso anno: fanno eccezione la zona dei Colli Euganei e Valpolicella (+10%). Il mese di giugno rappresenta comunque un momento importante per il vigneto che d’ora in avanti avrà bisogno di giornate calde e soleggiate e non certo di “burrascate” come quelle registrate in questi giorni.

Il convegno di Conegliano ha posto l’attenzione anche su altre importanti questioni a cominciare da quella relativa alla densità dei sesti di impianto del vigneto, un argomento che sta tornando di stretta attualità. Al riguardo, Diego Tomasi del CRA-Vit, ha illustrato i risultati di una recente indagine effettuata su impianti fitti di oltre 15 anni di età che dimostrano che non sempre la competizione tra viti ed apparati radicali in alte densità di impianto risulta essere positiva. In sostanza, l’equilibrio della pianta e la sua risposta in termini produttivi e qualitativi va cercata in relazione all’ambiente e principalmente al suolo, sapendo che la densità di impianto può avere un effetto diretto sulla longevità del vigneto.

Nell’occasione, Gianni Fila, sempre del CRA-Vit, ha illustrato un nuovo approccio metodologico messo a punto per definire con precisione le stime produttive vendemmiali, uno strumento di grande utilità per la Regione e Veneto Agricoltura che ogni anno, tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre, organizzano a Legnaro (Pd) il tradizionale incontro triveneto dedicato proprio alle previsioni vendemmiali nel nord-est. Il metodo, elaborato dal Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano, si basa sui sistemi tradizionali, ma propone una determinazione più accurata del peso medio del grappolo attraverso la stima del numero di acini per grappolo. A parte l’accuratezza, il nuovo metodo consentirà di anticipare il periodo di stima. La fase sperimentale è già iniziata nella zona del Soave DOC sulle varietà Chardonnay, Pinot Grigio, Merlot e Garganega.

Stefano Soligo, di Veneto Agricoltura, ha infine presentato i primi risultati sul comportamento della Glera (vitigno del Prosecco) negli ambienti veneti. Lo studio basato su cinque nuove zone che vanno da Lison Pramaggiore alla zona Piave, oltre a monitorare i comportamenti vegeto – produttivi si pone l’obiettivo di trovare metodologie di tracciabilità nelle varie aree grazie all’utilizzo di analisi che si avvalgano di terre rare e metalli pesanti.

Tutti i dati e materiali delle relazione presentati oggi alla conferenza sono disponibili al seguente link https://www.venetoagricoltura.org/basic.php?ID=4012