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La Commissione europea ha presentato la tabella di marcia per l’energia del 2050
Per raggiungere l’obiettivo di ridurre dell’80% le emissioni entro il 2050 la produzione energetica in Europa dovrà essere praticamente a zero emissioni di carbonio. Come ottenere questo risultato senza mettere a repentaglio le forniture energetiche e la competitività del settore è la domanda alla quale risponde la tabella di marcia per l’energia 2050, presentata dalla Commissione. Partendo dall’analisi di svariati scenari, il documento illustra le conseguenze di un sistema energetico a zero emissioni di carbonio e il quadro strategico necessario per realizzarlo. Con questo strumento gli Stati membri dovrebbero essere in grado di fare le scelte appropriate per quanto riguarda il settore dell’energia e creare presupposti economici stabili per favorire gli investimenti privati, soprattutto fino al 2030. L’analisi si basa su scenari esemplificativi concepiti combinando in vari modi i principali elementi che concorrono alla riduzione delle emissioni (efficienza energetica, energie rinnovabili, energia nucleare e tecniche di cattura e immagazzinamento di CO2). Per quanto sia probabile che nessuno di questi scenari si concretizzerà, tutti mostrano chiaramente quali devono essere le opzioni che non ci faranno rimpiangere di non aver agito nei prossimi anni.
La tabella di marcia nei dettagli La tabella di marcia per l’energia 2050 individua una serie di elementi che hanno un impatto positivo quali che siano le circostanze e indica i principali risultati da raggiungere, tra cui: – la decarbonizzazione del sistema energetico è fattibile sia sul piano tecnico che su quello economico. Tutti gli scenari relativi alla decarbonizzazione consentono di raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni e sul lungo periodo possono essere meno onerosi rispetto alle strategie attuali; – l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili sono elementi cruciali. A prescindere dai mix energetici cui si ricorrerà, occorre aumentare l’efficienza energetica e la quota prodotta da fonti rinnovabili per raggiungere l’obiettivo relativo alle emissioni di CO2 entro il 2050. Gli scenari evidenziano anche un incremento dell’importanza dell’elettricità rispetto ad oggi. Il metano, il petrolio, il carbone e il nucleare sono presenti in tutti gli scenari in proporzioni variabili, il che consente agli Stati Membri di mantenere una certa flessibilità nei loro mix energetici, a condizione tuttavia che si completino velocemente i progetti di interconnessione del mercato interno; – investire prima per pagare meno. Le decisioni in merito agli investimenti nelle infrastrutture necessarie fino al 2030 devono essere prese adesso, poiché occorre sostituire quelle costruite 20-30 anni fa. Un’azione immediata può evitare di dover effettuare cambiamenti più costosi tra due decenni. L’evoluzione del sistema energetico dell’UE implica comunque un ammodernamento delle infrastrutture per renderle molto più flessibili. Basti pensare alle interconnessioni transfrontaliere, alle reti elettriche “intelligenti” e alle moderne tecnologie a basse emissioni di carbonio per produrre, trasportare e immagazzinare l’energia; – contenere l’aumento dei prezzi. Gli investimenti attivati adesso prepareranno il terreno per ottenere prodotti al miglior prezzo in futuro. I prezzi dell’energia elettrica sono destinati ad aumentare fino al 2030, ma diminuiranno successivamente grazie all’abbattimento dei costi delle forniture, a politiche di risparmio e al progresso tecnologico. I costi saranno più che riscattati dagli ingenti investimenti che confluiranno nell’economia europea, dall’occupazione locale che ne scaturirà e dalla diminuzione della dipendenza dalle importazioni di energia. Tutti gli scenari della tabella di marcia raggiungono l’obiettivo della decarbonizzazione senza grosse differenze sul piano dei costi complessivi o della sicurezza degli approvvigionamenti; – occorrono economie di scala. A differenza dei singoli programmi nazionali, un approccio a livello europeo consentirà di ridurre i costi e garantire le forniture. Tutto ciò implica anche il completamento di un mercato energetico comune entro il 2014.
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