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Veneto ancora leader nazionale per produzione di bovino (Verona, Padova e Treviso soprattutto) e avicolo (oltre il 50% di polli e tacchini a Verona). Aumenta l’importazione di animali vivi e carni fresche e refrigerate. Boom del prosciutto Veneto Berico – Euganeo. Macellazioni in recupero nel 2011
Carne veneta in chiaro scuro. Così recitano i numeri assemblati e analizzati dai tecnici di Veneto Agricoltura presentati di recente al convegno sull’andamento agroalimentare veneto 2010. Per un 2010 sovrapponibile al 2009 il 2011 si prospetta in recupero per quanto riguarda le macellazioni nonostante si preveda un’ulteriore contrazione dei consumi domestici. Di seguito il dettaglio per tipologia di carne.
BOVINA: la produzione veneta 2010 è stimata in circa 205.300 tonnellate (-1,8% sul 2009). In tre anni la produzione si è quindi ridotta di quasi il 7%. Sommandosi al calo produttivo la flessione delle quotazioni degli animali da macello, il fatturato del comparto dei bovini da carne è stimato in 453 milioni di euro (-1,5%). Le province più importanti per produzione restano Verona (29% del totale), Padova (22%) e Treviso (20%). La consistenza del patrimonio bovino destinato alla produzione di carne in Veneto (vitelli sotto l’anno e vitelloni maschi e femmine tra 1 e 2 anni), sulla base dell’inventario Istat al 1° dicembre 2010 ammonta a poco più di 370.000 capi (-2,5%) pari a circa il 28% del totale nazionale. Di questi poco più di 240.000 sono vitelloni (-3% sul 2009). La tenuta nazionale delle macellazioni esprime una ripresa delle importazioni di animali vivi da allevamento che sono complessivamente aumentati, secondo i dati Coeweb dell’Istat, del 17% (quasi 1,17 milioni di capi). L’esame della bilancia commerciale evidenzia una crescita delle importazioni di carni fresche e refrigerate di circa il 5% pari a 4,2 milioni di quintali. In calo le carni congelate (-2,5%). Per quanto riguarda gli animali da ristallo la situazione è leggermente migliorata rispetto al 2009 con quotazioni mediamente in discesa, per quanto diverse a seconda delle razze. Dalla Francia il 70% dei capi vivi (930.000 capi, +2,3% sul 2009). Il Veneto rimane la più importante regione per importazione di capi vivi (621.000 capi) con il 47% del totale (-2,4% sul 2009). In diminuzione i consumi delle famiglie secondo l’Ismea: -4,6% in quantità.
SUINA: Scende a 162 milioni di euro (-2% sul 2009) il fatturato del comparto suinicolo veneto (8% del totale nazionale) a fronte di una contrazione produttiva dell’1% (137.000 tonnellate). Verona e Treviso insieme realizzano più della metà della produzione regionale. L’abbattimento di suini in Italia è aumentato nel 2010 (+1,3%) pari a circa 13,7 milioni di capi macellati. In aumento anche l’importazione di animali vivi destinati al macello (+12%). A fronte di un andamento complessivamente negativo delle filiere dei suini certificati DOP che registrano, sulle cosce certificate, una riduzione del 2,4% sul 2009 (-3,3% prosciutto di Parma), la produzione del prosciutto veneto Berico – Euganeo aumenta nel 2010 del 35% (85.000 cosce). Aumentati i costi alimentari (+6,5%) e quindi il costo del prodotto finito.
AVICOLA: La produzione veneta di carne avicola ha segnato un moderato incremento (+2,6%) rispetto al 2009 pari a 469.000 tonnellate (45% della produzione nazionale). Il fatturato ai prezzi di base è stimato in 583 milioni di euro (+2% sul 2009). La provincia leader continua a essere Verona, dove si concentra circa il 50% del fatturato regionale. Una crescita trainata soprattutto dalla macellazione dei polli da carne (+3,4%), mentre continua il trend negativo dei tacchini (-2,2% come nel 2009). Il costo di produzione dei polli è aumentato del 5% e quello del tacchino del 2,3%. La produzione di uova è risultata in leggero aumento rispetto al 2009, attestandosi su poco più di 2 miliardi di pezzi (+1%) pari a un valore di 173 milioni di euro, in controtendenza rispetto all’andamento nazionale che, secondo l’UNA, ha subìto una leggera flessione (-2%).
CUNICOLA: Il comparto cunicolo nel 2010 si è trovato in difficoltà a causa sia della contrazione delle quotazioni che dell’incremento dei costi alimentari. Secondo i dati disponibili presso l’Associazione “Coniglio Veneto”, nella nostra regione sono presenti circa 540 allevamenti professionali con più di 300 fattrici, che nel 2010 hanno prodotto quasi 26 milioni di capi, circa il 40% del totale nazionale.
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