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FRUMENTO
Prezzi in crescita a febbraio, ma anche questa sembra una falsa ripresa
Sui mercati internazionali, la serie continua delle quotazioni del future sul frumento al mercato di Chicago continua a mantenersi in un trend discendente, perfettamente all’interno del canale delimitato dalle due linee azzurre parallele fra loro. Dopo la breve risalita di settembre/ottobre, in un certo qual modo fisiologica dopo che i listini avevano più volte testato durante il mese di agosto il supporto inferiore del canale, le quotazioni hanno continuato a scendere fino alla fine del mese di gennaio.
Per tutto il mese di gennaio i listini hanno nuovamente testato più volte il supporto inferiore del canale discendente (ad un livello di prezzo attorno a 560 centesimi di dollaro per bushel, circa 150 euro/t), finendo per esserne alla fine risospinti verso l’alto. Durante il mese di febbraio, quindi, le quotazioni hanno registrato un rally ascendente tutt’ora non esaurito, che però non trova plausibili motivazioni nell’analisi dei fondamentali di mercato. Nel breve periodo, dunque, è lecito attendersi una continuazione dell’attuale andamento rialzista del mercato, fino a livelli di prezzo attorno ai 650 centesimi di dollaro per bushel (circa 170 euro/t), che rappresenta la resistenza superiore del canale discendente evidenziato nella figura. Se le quotazioni dovessero persistere per più giorni successivi con prezzi di chiusura al di sopra di questo livello di prezzo, allora sarebbe lecito attendersi una continuazione del trend rialzista anche nel medio periodo. Altrimenti, viceversa, qualora le quotazioni dovessero rimbalzare contro la resistenza superiore del canale e venire risospinte verso il basso, in tal caso i listini dovrebbero diventare nuovamente cedenti e continuare a rimanere all’interno del canale discendente.
Pur considerando le recenti evoluzioni nel clima politico mondiale (tensione Russia – Ucraina) e le ultime stime previsionali dello Usda, che evidenziano qualche lieve flessione produttiva nei principali paesi produttori, la situazione di mercato non presenta ancora evidenti segnali di allarmismo, per cui, al momento, la seconda delle due ipotesi prospettate (rientro delle quotazioni nel canale discendente), sembra essere quella più probabile.
Mercati locali: confermato il calo delle semine in Veneto e la tenuta dei prezzi
Nel mese di luglio 2013, all’avvio della campagna commerciale 2013/14, i listini avevano registrato un salto verso il basso, e i prezzi si erano portati al di sotto dei 200 euro/t fino alla metà del mese di ottobre (-25% circa rispetto all’anno precedente). Nel corso dei mesi, tuttavia, sulla scia della ripresa registrata nelle principali borse merci internazionali, anche i listini delle più importanti piazze di contrattazione nazionali hanno fatto segnare una leggera ripresa. All’inizio dell’anno, alla borsa merci di Padova le quotazioni si sono riportate a circa 220 euro/t, un livello comunque inferiore di circa il 20% rispetto alla scorsa annata, sugli stessi livelli del 2012. Dopo un andamento cedente nel mese di gennaio, a febbraio le quotazioni sono nuovamente risalite, sempre trainate dalle quotazioni e dall’andamento dei prezzi mondiali ed è possibile che tale rialzo continui nel breve periodo.
Per quanto riguarda le semine dei cereali autunno-vernini, a discorso ormai concluso, l’Istat stima una diminuzione degli investimenti di circa il -7% per il frumento tenero nell’area del Nord-est. A livello locale, le indicazioni raccolte presso gli operatori in Veneto, la situazione sembra essere più negativa. Uno sfavorevole andamento climatico nei mesi di ottobre-novembre, caratterizzato da abbondanti precipitazioni piovose, ha ritardato da una parte le operazioni di raccolta di mais e soia impedendo una necessaria preparazione dei terreni e dall’altra ha rallentato, se non reso del tutto impossibile, le operazioni di semina del frumento, in modo differenziato tra le province e in alcuni casi in maniera rilevante a seconda del tipo di terreno. Successivamente, si sono tuttavia registrate delle semine tardive da parte di un certo numero di operatori, che hanno parzialmente ridotto la perdita di superfici inizialmente prevista. La superficie investita dovrebbe quindi attestarsi a circa 90.000 ettari, in calo di circa il -10/15% rispetto all’annata agraria 2012/2013.
MAIS
Prezzi in lenta ripresa negli ultimi mesi, ma…
Sui mercati internazionali, dopo aver toccato il fondo nel mese di novembre 2013, negli ultimi mesi le quotazioni del future sul mais al mercato di Chicago hanno registrato una lenta ripresa dei prezzi, che sono risaliti fino al di sopra dei 450 centesimi di dollaro per bushel (circa 130 euro/t).
E’ un ritracciamento verso l’alto che avevamo in qualche modo correttamente previsto nel precedente bollettino, dove ipotizzavamo una fisiologica presa di posizione da parte degli operatori dopo la così repentina flessione dei listini registrata tra luglio e novembre 2013. La previsione, che si è in effetti realizzata, era che i prezzi potessero essere risospinti verso l’alto fino al limite del supporto del canale discendente di lungo periodo (linea inferiore delle due linee azzurre), in una fascia di prezzo appunto compresa tra 450-500 centesimi di dollaro per bushel, che quindi potrebbe diventare la resistenza superiore di un canale di breve periodo (linee verdi scure orizzontali parallele), di cui attualmente è difficile dire l’inclinazione (il supporto inferiore, anziché la linea verde scura orizzontale, potrebbe essere costituito dalla linea verde chiaro tratteggiata, che avevamo tracciato nel grafico del precedente bollettino.
Dal punto di vista tecnico la situazione non da indicazioni chiare ed univoche: ad esempio, osservando l’andamento delle quotazioni nel grafico abbiamo individuato una figura che tecnicamente viene definita “bottom arrotondato” (linea curva fucsia nella parte inferiore destra del grafico), che solitamente è una figura che segnala un’inversione del trend in atto, che fino a dicembre era discendente. In effetti le quotazioni si sono riportate verso l’alto, ma non è facile dire fino a quando questo rally ascendente potrà durare.
Le indicazioni provenienti dall’analisi dei fondamentali di mercato, dove i consumi sono stimati in crescita considerati i buoni livelli di prezzo toccati dal mais in confronto ai prodotti succedanei (frumento uso mangimistico,…), potrebbe giustificare una risalita dei listini; ma le previsioni di una produzione record e di una offerta mondiale più che abbondante, non sembrano lasciare lo spazio per rilevanti inversioni del trend.
Se dunque nel breve periodo potrebbe esserci ancora spazio per ulteriori aumenti dei prezzi, nel medio periodo è probabile che le quotazioni si mantengano su livelli poco discostanti da quelli raggiunti attualmente, nell’attesa di capire quali saranno le previsioni per i raccolti della prossima campagna commerciale. Solo tra alcuni mesi, quando saranno disponibili le prime stime, la situazione potrebbe prendere un orientamento più chiaro.
Mercati locali: prezzi in leggera crescita anche per le tensioni nel Mar Nero
Dopo aver toccato i minimi ad inizio campagna (170 euro/t alla borsa merci di Padova nel mese di settembre), nei mesi successivi i listini del mais sono risaliti attestandosi a circa 180 euro/t, con una certa stabilità dei prezzi negli ultimi mesi. A partire da metà febbraio, sulla scia dell’andamento delle quotazioni delle principali borse merci internazionali, anche a livello locale il prezzo del mais sta leggermente aumentando, comunque su un livello inferiore di circa il 15% rispetto all’anno precedente e con un andamento simile a quello del 2012. I prezzi sono tuttavia ancora ben superiori a quelli minimi registrati negli ultimi cinque anni (+50% rispetto al 2010).
La sensazione è che, anche a livello locale, ci sia ancora spazio per ulteriori leggeri incrementi delle quotazioni, anche considerando le tensioni che sono sorte nei paesi del Mar Nero (Russia e Ucraina), da cui generalmente provengono le partite di merce concorrenziali con quelle nazionali. Tuttavia, nel medio periodo, la situazione mondiale di domanda e offerta difficilmente lascia prevedere forti incrementi dei prezzi.
L’attuale situazione potrebbe tuttavia modificarsi quando saranno disponibili i primi dati previsionali sulle semine e i raccolti della prossima campagna commerciale (generalmente nei mesi di aprile-maggio): qualora infatti ci fossero delle stime al ribasso nelle disponibilità di prodotto a livello mondiale o locale, si potrebbero creare delle tensioni sui mercati e i prezzi potrebbero beneficiarne venendo risospinti verso l’alto.
A livello locale infatti, dalle primissime indicazioni raccolte presso gli operatori locali, è possibile prevedere una ulteriore diminuzione degli investimenti a mais in Veneto rispetto al 2013. A conferma di ciò, anche le intenzioni di semina stimate dall’Istat indicano un possibile calo delle superfici coltivate a mais granella nel Nord-est di circa l’8%.
Per quanto riguarda il raccolto 2013, a fronte delle stime dell’Istat che indicano un calo degli investimenti nell’ordine del -8% rispetto al 2012 (circa 248.000 ettari coltivati), il pessimo andamento climatico autunnale, ha influito negativamente sia sulla qualità, con qualche preoccupazione per la presenza di aflatossine, e ha creato notevoli problemi per quanto riguarda le operazioni di raccolta, diminuendo le quantità raccolte. La resa produttiva ad ettaro si è comunque mantenuta a circa 9 t/ha, +61% rispetto al 2012, fortemente penalizzato dalla siccità estiva, ma ad un livello inferiore a quello medio degli ultimi cinque anni. Per tale motivo, la produzione finale 2013 viene stimata a circa 2,24 milioni di tonnellate, comunque in miglioramento del 48% rispetto al 2012, con andamenti anche notevolmente differenti tra le province: Venezia, Padova e Rovigo hanno registrato gli incrementi maggiori, mentre Treviso e Vicenza hanno avuto gli aumenti più contenuti rispetto al 2012.
SOIA
Impennata dei prezzi a febbraio: durerà?
Sui mercati internazionali, negli ultimi mesi le quotazioni del future sul seme di soia quotato alla borsa merci di Chicago hanno avuto un andamento altalenante, esattamente come avevamo previsto nel precedente bollettino di inizio dicembre.
Nel breve periodo, durante l’ultimo mese del 2013, infatti, i listini hanno registrato ancora una lieve crescita fino a toccare la resistenza superiore all’incrocio tra il mini-canale ascendente di breve periodo (disegnato dalle linee verde chiaro) e quella del cuneo tracciato dalle due linee azzurro chiaro. Successivamente le quotazioni hanno poi ripiegato verso il basso durante il mese di gennaio, fino a toccare il supporto inferiore del cuneo (linea azzurra inferiore). A questo punto, come avevamo ipotizzato, essendo il cuneo è una figura tecnica di inversione del trend in atto, i prezzi hanno rotto la resistenza superiore del cuneo (cerchio fucsia quasi alla congiunzione a destra del cuneo, schizzando poi verso l’alto. Attualmente i listini hanno raggiunto un livello di prezzo compreso tra 1.400 e 1.500 centesimi di dollaro per bushel (circa 380 euro/t), in prossimità della resistenza superiore del canale discendente di lungo periodo (linee verdi scure parallele).
L’analisi tecnica del grafico farebbe supporre che i listini debbano rimbalzare su tale linea di prezzo e ripiegare nuovamente verso il basso, continuando a muoversi all’interno del canale discendente di lungo periodo. A supporto di tale ipotesi vi sono anche le indicazioni provenienti dall’analisi dei fondamentali di mercato: secondo le ultime stime dello Usda, infatti, la produzione mondiale è prevista in ulteriore aumento mentre i consumi sono in lieve calo. Solo qualora le quotazioni dovessero invece rompere la resistenza superiore del canale discendente e mantenersi stabilmente per alcuni giorni successivi al di sopra di essa, si potrebbe realizzare una più chiara situazione di inversione del trend con prezzi in crescita. Come per il mais, anche per quanto riguarda la soia è probabile che gli operatori attendano le prima indicazioni per la prossima campagna commerciale per valutare le operazioni da effettuare; solo tra qualche mese, perciò, potrà esserci qualche indicazione più chiara di quali orientamenti prenderà il mercato.
Mercati locali: prezzi in crescita nonostante l’abbondante raccolto locale
Le quotazioni del seme di soia nazionale registrate alla Borsa Merci di Padova, sono riprese solo nel mese di novembre: a causa del ritardo nell’avvio delle operazioni di raccolta dovuto alla eccessive precipitazione piovose autunnale che hanno reso difficoltoso l’ingresso stesso in campo delle macchine operatrici, il prodotto ha tardato ad essere disponibile sul mercato del fisico. Dall’avvio della campagna di commercializzazione, i prezzi quotati hanno avuto un andamento continuamente crescente: le quotazioni si sono portate dagli iniziali 430-440 euro/t agli oltre 460 euro/t delle ultime quotazioni di febbraio. Un livello certamente ancora inferiore di circa il 10% rispetto a quello record dello scorso anno, ma comunque superiore alle quotazioni degli anni precedenti (+15% rispetto al 2012). Inoltre, sulla scia dell’andamento crescente registrato negli ultimi mesi dalle principali piazze di contrattazioni internazionali, l’orientamento dei listini è ancora tendenzialmente rivolto verso l’alto, seppur con movimenti di crescita non particolarmente ampi; nel breve periodo tuttavia, è lecito attendersi un possibile ritracciamento verso il basso dei listini, considerato anche le buone disponibilità di prodotto a livello mondiale.
Per quanto riguarda il raccolto di soia in Veneto nel 2013, le superfici stimate dall’Istat dovrebbero aver superato gli 80.000, in aumento di circa il 20% rispetto al 2012/13. Il buon andamento climatico durante lo sviluppo vegetativo della coltura ha permesso di raggiungere delle ottime rese produttive (circa 4 t/ha, +80% rispetto al 2012, fortemente penalizzato dalla siccità estiva). La produzione finale è dunque più che raddoppiata rispetto all’anno precedente e può essere stimata a poco meno di 340.000 tonnellate, un livello anche superiore a quanto inizialmente previsto e record degli ultimi dieci anni.
(1) CBOT: acronimo del Chicago Board Of Trade, la più importante borsa di commodity; il sito è http://www.cbot.com/
(2) Nei mercati statunitensi frumento, soia e mais vengono prezzate in centesimi di dollaro per bushel. Un bushel, il nostro antico staio, è una misura volumetrica che, per frumento e semi di soia, equivale a 27,216 Kg (60 libbre) mentre nel caso del mais corrisponde a 25,401 Kg (56 libbre).
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