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Le superfici investite sono in crescita: dopo la battuta d’arresto del 2008, nel 2009 si sono attestate a 13.700 ettari (+4,4% circa rispetto al 2008), il livello più alto degli ultimi anni cinque anni. Analizzando separatamente i due comparti emergono delle differenze (fig. 2): mentre le superfici investite a frutta sono calate del 13% nel periodo 2004 – 2009, con una stabilizzazione attorno ai 9.000 ettari, sono in notevole aumento gli investimenti a ortaggi, che sfiorano i 4.800 ha nel 2009 (+16% rispetto al 2008, +48% dal 2004). Le quantità commercializzate dalle OP hanno superato le 390.000 tonnellate nel 2009 (+17% rispetto al 2008), confermando il trend di sostanziale crescita degli ultimi anni (fig. 3).
Variazione positiva anche per il valore della produzione commercializzata (VPC), che si è attestato a circa 300 milioni di euro (+17% rispetto al 2008), consolidando un trend di crescita che ha visto tale valore quasi raddoppiare dal 2004. Il numero di OP è salito a 17 nel 2009, in seguito all’autorizzazione concessa al Consorzio Piccoli Frutti; nonostante ciò il VPC medio per OP è cresciuto, portandosi a 17,7 milioni di euro. Aumenta anche la quota di valore della produzione regionale aggregata dalle OP, che sale al 34,6%, portandosi così ai livelli dei paesi più virtuosi nell’UE-27 (fig. 4).
L’analisi del VPC distinto per OP permette di evidenziare una minor concentrazione dell’offerta aggregata (fig. 5). Se nel 2004 le prime tre OP aggregavano circa il 60% del VPC regionale, nel 2009 esse ne aggregano una quota appena superiore al 40%. Nello stesso periodo, se inizialmente per aggregare l’80% dell’offerta bastavano cinque OP, nel 2009 ne servivano otto. Limitando l’analisi agli anni più recenti si evidenzia una tendenziale diminuzione del VPC commercializzato dalle OP più grandi e più “vecchie” e da quelle più piccole (sotto i 5 milioni di euro di VPC), mentre presentano crescite a doppia cifra le OP di più recente costituzione e super-specializzate in un solo comparto o addirittura prodotto.
In merito ai canali di commercializzazione, continua ad aumentare la quota di prodotto veicolata attraverso la Distribuzione Moderna (DM), salita al 34% (cinque anni fa era del 20%) con un incremento del valore commercializzato del 46% rispetto al 2008 (fig. 6). Pur se in aumento (+16% rispetto al 2008), il valore di vendite all’ingrosso, tramite mercati ortofrutticoli o centrali di acquisto mantiene pressoché invariata la propria quota di vendite sul totale commercializzato (35%), comunque in diminuzione negli ultimi cinque anni (nel 2004 era del 50%). In flessione le vendite destinate all’esportazione (-5% rispetto al 2008), che vedono scendere la loro quota sul totale a circa il 22% e quelle all’industria di trasformazione (-7%) che rappresentano una quota del 7% del valore complessivo. Residuale la quota di vendite effettuate al dettaglio tradizionale (meno del 2%).
Analizzando il VPC per singolo prodotto, emerge come le insalate[2] siano il prodotto con il maggiore VPC aggregato a livello regionale: 49,7 milioni di euro (+44%), seguite dai funghi (40,7 milioni di euro, + 22%) e dalle mele (31,4 milioni di euro, -3%) (fig. 7). Variazione positiva per le lattughe che nel 2009 presentano un VPC aggregato a livello regionale di 15,8 milioni di euro. Prodotti come pere, radicchi e fragole evidenziano un VPC molto simile fra loro, con una crescita notevole per radicchi (+34%) e fragole (+13 %), mentre le pere mostrano un VPC in leggera diminuzione (-1%). Gli altri prodotti (kiwi, cipolle e pesche/nettarine) presentano un dato inferiore a 10 milioni di euro.
Confrontando la quota di VPC aggregato dalle OP rispetto al totale del valore della produzione generato da ciascuno prodotto a livello regionale, emerge che insalata e lattughe presentano la maggiore quota di VPC aggregato sul totale regionale (89%). Anche funghi (47%) e mele (41%) mostrano un elevato grado di aggregazione, mentre presentano valori leggermente inferiori, ma pur sempre considerevoli pere, fragole e radicchi, quest’ultimi in crescita di circa 10 punti percentuali rispetto al 2008. Modesta la quota di VPC aggregato dagli altri prodotti (fig. 8).
Per quanto riguarda gli investimenti, nel 2009 c’è stata una variazione nelle voci di spesa dei Programmi Operativi (PO) che non coincidono perfettamente con quelle del 2008, rendendo così più difficile il confronto. Tuttavia, riclassificando opportunamente gli ambiti di azione, è possibile evidenziare innanzitutto la continua diminuzione degli investimenti in azioni intese a pianificare la produzione (2,7 milioni, -28% rispetto al 2008) e la sostanziale stabilità di quelle rivolte a migliorare le condizioni di commercializzazione (4 milioni di euro, +2%).
Il dato più significativo tuttavia è sicuramente l’aumento sia degli investimenti rivolti a migliorare o salvaguardare la qualità dei prodotti (5,3 milioni di euro, più che raddoppiati rispetto al 2008) e delle azioni “ambientali” (produzione integrata, gestione dei rifiuti,..), che hanno superato i 3,6 milioni di euro, quasi il doppio dell’anno precedente. Gli aiuti complessivi ricevuti nel 2009 dalle OP venete si sono attestati a circa 17,4 milioni di euro, in crescita di quasi il 39% rispetto al 2008.
News
[1] Il report è stato realizza to da Renzo Rossetto e Valentina Andriola, stagista dell’Università di Padova (corso di laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari) presso il settore Economia, Mercati e Competitività di Veneto Agricoltura.
[2] Sono comprese le insalate da taglio (baby leaf, rucola, valeriana,…) e le indivie che nel 2008 erano considerate separatamente; sono dunque escluse le sole lattughe a cappuccio (inserite nella voce “lattughe) e le cicorie (inserite nella voce “radicchi”)
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