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Il Comitato Economico e Sociale Europeo evidenzia le criticità della Comunicazione “ La PAC verso il 2020” della Commissione
Se la collettività vuole continuare a beneficiare della sicurezza alimentare e della tutela ambientale, risulta essenziale mantenere il sostegno agli agricoltori. I sussidi, però, andrebbero versati solo agli agricoltori attivi. Lo ha affermato il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) in un parere sul futuro della PAC. “ La Comunicazione della Commissione sul futuro della PAC include una serie di raccomandazioni che il CESE aveva formulato in precedenti pareri – ha affermato il relatore del parere Franco Chiriaco -, tuttavia il documento non chiarisce i rapporti tra gli obiettivi, gli strumenti e il finanziamento della PAC dopo il 2013″.
Un lungo elenco di criticità
Secondo il CESE, la PAC deve puntare a garantire generi alimentari sicuri e variati, a stabilizzare mercati alimentari volatili e a sostenere il reddito degli agricoltori, preservando al tempo stesso il paesaggio e le zone rurali. La PAC è dunque molto di più che un semplice sistema di distribuzione dei finanziamenti e per questo il CESE si oppone all’uso dei riferimenti storici come base per calcolare l’entità del sostegno concesso agli agricoltori, perché questo metodo risulta particolarmente sfavorevole per i nuovi Stati membri. L’ammontare dei pagamenti diretti, a giudizio del CESE, potrebbe invece essere determinato pro capite e tenendo conto del potere d’acquisto e del costo della manodopera. Il Comitato appoggia anche l’idea di introdurre un massimale dei pagamenti diretti per azienda.
Servizi, beni pubblici e agricoltori attivi
Il CESE evidenzia che il livello di sostegno concesso agli agricoltori dovrebbe essere agganciato al livello dei beni e dei servizi pubblici che essi forniscono alla società. Tali servizi possono comprendere la tutela dell’ambiente, la sicurezza alimentare e la protezione dei consumatori. I sussidi andrebbero versati solo agli agricoltori in attività. Il CESE ha chiesto, inoltre, alla Commissione di elaborare una definizione di “agricoltore attivo” che preveda obbligatoriamente la produzione e la commercializzazione di prodotti alimentari e la creazione di beni e servizi pubblici. In materia di finanziamento, il CESE ha segnalato che il livello e la struttura attuali potrebbero non risultare sufficienti e adeguati per realizzare gli obiettivi della PAC. Alla luce delle prospettive finanziarie e senza i necessari adeguamenti di bilancio, risulterà infatti difficile realizzare gli obiettivi della PAC e difendere il modello agricolo europeo.
Una politica per i giovani agricoltori
Data la struttura demografica del settore agricolo europeo, dove solo il 7 % degli agricoltori ha meno di 35 anni e un agricoltore su tre ne ha oltre 65, il CESE ribadisce la richiesta di politiche attive dirette a incoraggiare i giovani a dedicarsi all’agricoltura. In sostanza, si chiede che la PAC contribuisca a introdurre nell’UE una strategia mirante all’insediamento di aziende agricole e applicare un’ambiziosa politica di occupazione agricola.
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