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L’ALLEVAMENTO E LA SALVAGUARDIA DEGLI UCCELLI CANORI
Gli uccelli canori, e nello specifico i turdidi, sono di particolare interesse nel panorama degli allevamenti di animali selvatici. Interessi sia dovuti alla forte richiesta di soggetti per il mondo venatorio sia per semplice diletto o piacere nell’allevamento stesso di uccelli selvatici. Dal punto di vista legislativo la Direttiva comunitaria Uccelli 79/409/CEE protegge tutti gli uccelli selvatici e consente la loro cattura e detenzione solo in deroga e per determinati scopi. Per tale motivo l’ISPRA ha più volte mosso il problema delle catture in deroga invitando le Regioni ad adottarsi di sistemi alternativi. La Regione Veneto è stata così la prima ad attivarsi in merito con una sperimentazione molto ambiziosa di allevamento in cattività di turdidi, per soddisfare la forte richiesta di soggetti da richiamo a scopo venatorio.
Il progetto In relazione a tali presupposti, l’Assessorato alla Caccia e Pesca della Regione Veneto ha promosso l’avvio di una ricerca sperimentale per l’attività di allevamento, dando inizio dal 2008 ad un progetto denominato Turdus e attualmente ancora in corso. Obiettivo principale della sperimentazione è quello di verificare la fattibilità di un allevamento in voliera in condizioni di benessere animale e che sia in grado di fornire un numero cospicuo di soggetti da destinarsi come richiami per scopi venatori. Ci si è proposti per il primo anno preliminare di indagare sulla situazione regionale degli allevamenti di uccelli canori e sulla collaborazione reciproca tra la struttura e i privati. Si è partiti successivamente con la sperimentazione che consisteva nella raccolta di dati e nell’assistenza sanitaria agli allevamenti privati. Nell’Azienda Dimostrativa di Sasse Rami – Ceregnano (RO) si è provveduto a creare un’ampia voliera pronta ad accogliere gli esemplari, ricostruita con cespugli e spazi erbosi in modo da creare un habitat sano per tali animali. Inoltre si è stretta una collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico delle Tre Venezie, partner in tutto il progetto ma in particolare per tutti i complessi sanitari e veterinari della materia.
Primi risultati L’avvio dell’allevamento è iniziato nel 2008 con l’immissione di 10 coppie di tordo bottaccio nella voliera di Sasse Rami. Durante la stagione riproduttiva 2009 si è potuto dimostrare che sia i controlli sanitari che tecnico-gestionali, sono stati entrambi funzionali in quanto solo così è stato possibile garantire una fitness adeguata degli esemplari detenuti in cattività. La risoluzione ad alcune problematiche in corso d’opera, la corretta gestione del fotoperiodo, l’esposizione alle popolazioni di afidi gestite mediante lotta biologica e un bilanciato apporto di alimenti hanno permesso, già dai primi tempi, la nascita di coppie idonee alla riproduzione. In particolare lo scorso anno sono nati 25 soggetti (22 di tordo bottaccio e 3 di tordo sassello) di cui 23 disponibili per l’immissione sul mercato. Tutti i soggetti in esubero sono stati ceduti alla Provincia di Vicenza per dare il via alla sperimentazione, in merito alla valutazione canora. I valutatori (cacciatori selezionati dalla Provincia di Vicenza) compileranno periodicamente una scheda di valutazione dei soggetti confrontandoli con quelli di cattura. Nella stagione 2009/2010 sono state messe in riproduzione nella voliera 30 coppie suddivise equamente tra tordo bottaccio, tordo sassello e cesena ed i risultati saranno valutati a fine anno.
ConsiderazioniPer le diverse problematiche riscontrate sia dal punto di vista sanitario che tecnico, il progetto si è dimostrato da subito molto ambizioso e con evidenti e numerose difficoltà di percorso soprattutto per la mancanza di altre esperienze analoghe di confronto nel resto del territorio nazionale. Ciononostante alla fine del primo anno si è avuto un buon riscontro con l’adesione ed il coinvolgimento all’iniziativa di diversi allevatori privati resisi disponibili a diffondere le loro conoscenze ed a partecipare alla produzione sperimentale. Le coppie di tordo bottaccio allevate il primo anno si sono poi riprodotte regolarmente senza problematiche di rilievo. La strada per la sperimentazione è tuttavia ancora lunga e la tappa successiva sarà quella di individuare e testare sistemi e metodi di allevamento per ottenere un numero sempre maggiore di esemplari.
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