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Focus sul vivaismo frutticolo e viticolo nell’ultimo numero della newsletter “Florovivaismo Veneto” (n. 14 – giugno 2010) disponibile on-line sul sito internet di Veneto Agricoltura (www.venetoagricoltura.org).
L’analisi dei dati forniti dal Servizio Fitosanitario Regionale evidenziano un comparto che presenta qualche segnale di difficoltà: nel 2009 le aziende con vivaismo frutticolo sono scese a 265 (-2,9% rispetto al 2005, anno del precedente approfondimento monografico) e quelle con vivaismo viticolo sono in calo del 18,5%, attestandosi a 51 unità. A livello di distribuzione territoriale, si conferma la leadership della provincia di Padova (104 aziende frutticole e 16 viticole), il 38% del totale regionale), che fa segnare però la flessione maggiore (-8%). Seguono la provincia di Verona con 72 aziende (di cui 21 con vivaismo viticolo, il 41% della regione), Treviso (46 aziende in complesso) e Venezia (39 aziende) che vede più che dimezzare le proprie aziende con vivaismo viticolo, passate da 14 nel 2005 a 6 nel 2009.
Numero di aziende attive nel vivaismo frutticolo e viticolo
Sale invece la superficie investita a vivaismo viticolo (270 ettari, +44% rispetto al 2005 e ancor di più quella destinata a vivaismo frutticolo (570 ha, +73%), per la maggior parte coltivata in piena aria (92% per il vivaismo frutticolo e 99% per quello viticolo). Ne consegue che è aumentata la superficie media investita per azienda, salita a 5 ettari per il vivaismo viticolo (da 2,8 ha) e a 2,2 ettari per quello frutticolo (nel 2005 era 1,2 ha). Diminuisce la produzione, in calo del 10% per il frutticolo e del 37% per il viticolo rispetto al 2005, ma cambia nella tipologia, soprattutto quella del vivaismo frutticolo, che registra un calo del materiale vivaistico (63% della produzione) a vantaggio delle piante finite, che passano dal 14 al 24%, e del materiale di propagazione (dal 4 al 13%). Il dato è sintomatico di un cambiamento nelle scelte aziendali, che si stanno orientando verso una maggiore quota di autoproduzione del materiale di base da coltivare, cresciuto dal 17 al 28% per il vivaismo frutticolo e dal 10% al 34% per quello viticolo, riducendo invece le forniture proveniente dalle altre regioni d’Italia e dall’estero.
Cambiano anche le forme di commercializzazione, che si orientano maggiormente verso canali di vendita più corti, quali la vendita diretta a privati/hobbisti (34% delle vendite del vivaismo frutticolo) e altri vivaisti o aziende agricole (24%), diminuendo invece le quote cedute a dettaglianti (passate dal 49% al 17% per il vivaismo viticolo) e grossisti. Di conseguenza si riduce anche l’area di commercializzazione, che diventa molto più locale (44% delle vendite del vivaismo viticolo e 35% per quello frutticolo) e regionale, mentre diminuiscono le vendite sul territorio nazionale, che passano dal 57% al 34% per il viticolo e dal 40% al 33% per il frutticolo che aumenta però le vendite all’estero, salite al 14%.
Il comparto cerca di affrontare le difficoltà e ridurre i costi autoproducendo il materiale di base da coltivare in misura maggiore rispetto al passato e cercando di recuperare marginalità orientandosi verso canali di vendita più diretta, che consentono di recuperare valore aggiunto. Di fatto però, la riduzione del peso dei produttori veneti sul mercato nazionale può essere un elemento critico per il futuro, perché significa ridurre le dimensioni del mercato rinunciando a una parte di esso a favore dei concorrenti. Ciò potrebbe tradursi in un aumento della concorrenza con la possibilità che le imprese meno competitive siano costrette a uscire dal mercato. Questa tendenza è probabilmente già in atto, come conferma la riduzione delle imprese, l’aumento della specializzazione e delle dimensioni medie investite per azienda.
In evidenza anche l’attività di sperimentazione frutticola e viticola effettuata presso il centro sperimentale “Pradon” da parte di Veneto Agricoltura, le sperimentazioni floricole e l’attività di certificazione del materiale viticolo e frutticolo effettuata nel 2009 da parte del Servizio Fitosanitario Regionale.
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