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Aumenta costantemente la base associativa delle Organizzazioni di Produttori (OP) ortofrutticole in Veneto. Il numero di produttori aggregati a OP nel 2008 è salito a 4.947: negli ultimi due anni si registra un aumento di circa il 15% rispetto all’anno precedente. Cresce il numero di aziende agricole individuali, aumentate negli ultimi cinque anni di circa 200 unità, ma soprattutto la quantità di produttori associati attraverso strutture cooperative o altri tipi di società (66 in totale). Il numero di queste, infatti, è variato pochissimo negli anni (nel 2004 erano 62), mentre i produttori da esse aggregati sono aumentati di oltre un migliaio.
All’aumento del numero di produttori associati, non è tuttavia corrisposta una proporzionale crescita delle superfici investite: dal 2004 si registra lieve aumento (+1%) con un andamento continuo, interrotto nel 2008 quando gli ettari coltivati sono diminuiti rispetto al 2007 (13.100 ettari, -3% circa). Analizzando però separatamente i due comparti, emergono delle differenze significative: mentre le superfici investite a frutta sono calate del 12,5% negli ultimi cinque anni, con una stabilizzazione attorno ai 9.000 ettari, gli investimenti a ortaggi sono saliti del 27%, superando i 4.400 ettari. Nel 2008, tuttavia, anche gli ettari coltivati a orticole sono scesi a circa 4.100 ettari (-7%).
Variazione negativa anche per le quantità commercializzate, che diminuiscono del 10%, scendendo a circa 334.000 tonnellate. Bisogna però ricordare che la significatività di un confronto in termini quantitativi risente del fatto che si sommano prodotti notevolmente differenti in termini di peso (insalata con mele) e della forte incidenza di variabili esterne non controllabili, quali le condizioni atmosferiche.
Più indicativo risulta essere invece l’analisi del Valore della Produzione Commercializzata (VPC), che nel 2008 evidenzia una leggera crescita (256 milioni di euro, +2% circa). Tuttavia il dato è solo parzialmente positivo: infatti nel corso del 2008 è stata autorizzata una nuova OP, che sono così diventate 16[1]. Di fatto però tutto ciò non si è tradotto in una effettiva maggiore aggregazione di produttori e produzione; in pratica la nuova OP era già aggregata a una OP esistente, da cui si è semplicemente staccata. Infatti il VPC medio per OP è diminuito dopo il continuo aumento degli ultimi anni, portandosi a 16 milioni di euro. In calo anche la quota di valore della produzione regionale aggregata dalle OP, che scende al di sotto del 27%, un dato inferiore a quello di altri paesi europei (Belgio e Olanda).
L’analisi del VPC distinto per OP permette di evidenziare come le prime tre OP aggreghino circa il 50% del VPC a livello regionale, si arriva al 75% se si considerano le prime sette. L’APO Veneto-Friulana ha perso nel 2008 una consistente quota di VPC aggregato: per la maggior parte la causa è da attribuirsi alla fuoriuscita dalla stessa del Consorzio Funghi di Treviso, che ha costituito una nuova OP. Tutte le più importanti OP per VPC (ad esclusione di APO Scaligera) registrano nel 2008 un aumento della quota detenuta di almeno un punto percentuale.
Rispetto ai canali di commercializzazione, continua ad aumentare la quota di prodotto commercializzata attraverso la Distribuzione Moderna (DM), salita al 27,2%, mentre diminuiscono le vendite all’ingrosso, tramite mercati ortofrutticoli o centrali di acquisto, che scendono dal 41% al 35,6%, con un calo superiore a 10 milioni di euro in termini assoluti. Residuale la quota di vendite effettuata al dettaglio tradizionale (1,5%) e in leggero calo la produzione commercializzata all’industria di trasformazione (9,1%), mentre aumentano notevolmente le vendite destinate all’esportazione, in crescita di 20 milioni di euro in valori assoluti e che costituiscono una quota del 26,6% del valore delle vendite complessivo.
Confrontando la quota di VPC aggregato dalle OP rispetto al totale del valore della produzione generato da ciascuno prodotto a livello regionale, emerge che i primi quattro prodotti per VPC sono anche quelli che, in effetti, presentano un maggior grado di aggregazione. Viene infatti commercializzato dalle OP il 47% del valore della produzione regionale di insalata e il 42% di quello di mele. Leggermente inferiore, ma sempre considerevole, la quota commercializzata di pere (35% del valore della produzione regionale) e di funghi (34%). Fragola, kiwi e cipolla raggiungono una quota di VPC aggregato sul totale regionale di circa il 26%, in linea con il dato complessivo, mentre va evidenziato il basso livello di aggregazione tramite OP del VPC di radicchio (15%) e di pesche e nettarine (19%), due prodotti che tra l’altro possono fregiarsi di una certificazione di origine geografica protetta a livello europeo.
Per quanto riguarda gli investimenti, il dato più significativo relativo al 2008 è la riduzione degli aiuti percepiti. La necessità del cofinanziamento da parte dei soci, in un periodo economico difficile, ha probabilmente ridotto la propensione ad investire. Gli aiuti complessivi ricevuti nel 2008 dalle OP venete si sono attestati su circa 12,5 milioni di euro, in calo del 14,5% rispetto all’anno precedente.
In diminuzione quasi tutte le voci: per quanto attiene alla produzione, in calo le spese per misure tecniche (macchinari, serre, ecc.) e misure ambientali speciali (produzione biologica/integrata,ecc.), così come i controlli per quanto riguarda le misure fitosanitarie. A scendere in misura prevalente le spese di commercializzazione e post-raccolta, in particolare le misure tecniche (immobili, magazzinaggio, imballaggio, trasporto, ecc.) e le spese di vendita e per attività promozionali, mentre aumentano quelle per le misure ambientali speciali legate alla gestione dei rifiuti. In crescita anche le spese per servizi di consulenza, formazione e ricerca e per le certificazioni (sistemi ISO 9000, ecc.).
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