13.03.09 Riforma europea dello zucchero: i primi risultati



zolletta di zucchero A conclusione del processo di ristrutturazione, la Commissione sottolinea il successo della riforma del comparto dello zucchero


Il piano 2006-2009 di ristrutturazione dell’industria europea dello zucchero ha avuto come risultato la rinuncia a 5,8 milioni di tonnellate di quota, sfiorando l’obiettivo iniziale dei 6 milioni di tonnellate.

L’Italia, ha rinunciato a poco più di un milione di tonnellate di quota assicurandosi, secondo quanto appreso, la fetta più importante degli aiuti previsti per i paesi membri, in tutto circa 5,6 miliardi di euro. Alla fine di questo processo quadriennale, elemento centrale della riforma dello zucchero del 2006, la quota di zucchero e isoglucosio dell’UE è scesa a 14 milioni di tonnellate (di cui 13,3 milioni di tonnellate per lo zucchero).

 

La produzione saccarifera dell’UE si è concentrata in 18 Stati membri (dai 23 di prima della riforma) caratterizzati da condizioni agronomiche favorevoli, sette dei quali, con le rese più elevate, totalizzano quasi il 70% della produzione complessiva. I prezzi interni mostrano una tendenza al ribasso, in sintonia con l’obiettivo della riforma di rendere sostenibile e competitivo il settore europeo dello zucchero.

 
“Sono lieta di poter affermare che la riforma dello zucchero è stata un successo”, ha dichiarato la Commissaria per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Mariann Fischer Boel. “Era uno dei cavalli di battaglia del mio attuale mandato e mi fa piacere vedere che siamo arrivati così vicino al nostro ambizioso traguardo.

Il settore saccarifero aveva urgente bisogno di una riforma. Una produzione più sostenibile e prezzi più competitivi renderanno più promettente il futuro dei produttori europei”.

Contesto della riforma
Nel febbraio 2006, i Ministri dell’agricoltura dell’UE hanno formalmente adottato una riforma radicale del settore dello zucchero, destinata ad allineare con il resto della PAC riformata un assetto rimasto pressochè immutato da quasi quarant’anni.

 

Gli elementi essenziali del pacchetto di riforma consistevano in un taglio del 36% del prezzo minimo garantito dello zucchero (da 631,9 EUR/t nel 2006/2007 a 404,4 EUR/t nel 2009/2010), compensazioni per i bieticoltori e un fondo di ristrutturazione finanziato dai produttori di zucchero, inteso a incoraggiare gli zuccherifici meno competitivi a cessare l’attività.

Il 13 febbraio di quest’anno, nel contesto della crisi economica e finanziaria, la Commissione ha deciso di autorizzare gli Stati membri ad anticipare al giugno 2009 il pagamento del 100% dell’aiuto alla ristrutturazione per il 2008/2009.

Diversi Stati membri hanno già annunciato che si avvarranno di questa possibilità per allentare la tensione finanziaria accusata dalle imprese saccarifere.

Per ora niente ritiro preventivo
Nel marzo e nell’ottobre dell’anno scorso, la Commissione ha constatato che il mercato europeo dello zucchero poggiava su fondamenta sufficientemente salde e che non occorreva imporre un ritiro obbligatorio di zucchero durante la campagna di commercializzazione 2008/2009.

 

Da una prima analisi della prossima campagna (2009/2010), la commissaria Fischer Boel ha tratto la conclusione che il ritiro preventivo non sarà necessario neanche in quel periodo. Questo giudizio, basato su stime del tutto provvisorie, specialmente per le importazioni, sarà riesaminato nel prossimo mese di ottobre sulla base di stime aggiornate della produzione di barbabietole e di zucchero e delle importazioni.

 

La situazione verrà riesaminata ancora una volta nel febbraio 2010 per determinare se sia necessario procedere a un ritiro preventivo nella campagna di commercializzazione 2010/2011 o ad un “taglio finale”, cioè un’ulteriore riduzione della quota.

 

Documenti:


Quantitativi ritirati dal mercato in virtù del piano di ristrutturazione 2006-2009

 

Quote di produzione nazionali nel 2009/2010